Il 21 novembre del 1996, quando la connessione ad Internet era un privilegio per pochi, a New York si svolse il primo “World Television Forum”, dove si riunirono i principali rappresentanti delle emittenti televisive per discutere gli sviluppi della Tv nellāinformazione, nella cultura e nellāintrattenimento globale. Visto l’importanza dell’evento, le Nazioni Unite dichiararono il 21 novembre come Giornata Mondiale della Televisione tramite l’emenazione di un documento che ribadiva lāimportanza fondamentale del “tubo catodico” per la democrazia, la libertĆ di informazione, lo sviluppo sociale e culturale, la pace nel mondo.
Non tutti i paesi membri dell”Onu approvarono questa dichiarazione; in sede di voto ci furono ben undici astensioni. Tra le obiezioni sollevate, particolare rilevanza quella che esistevano giĆ treĀ giornate, siglate dall’Onu, che riguardano argomenti simili, come la Giornata Mondiale della LibertĆ di Stampa (3 maggio), la Giornata Mondiale delle Telecomunicazioni (17 maggio) e la Giornata Mondiale dell’Informazione (24 ottobre). Nella forma mentis dell’epoca, non aveva molto senso aggiungerne un’altra.
Tra l’altro, la tv in molti Paesi ĆØ, oggi come allora, un simbolo di ricchezza; in queste nazioni non esiste un pieno accesso al mezzo televisivo. La Germania, ad esempio, avrebbe preferito che lāOnu avesse sostenuto la Giornata Mondiale della Radio (13 febbraio) festivitĆ riconosciuta dallāUnesco solo nel 2011. La Giornata Mondiale della Televisione (per la quale ĆØ stato creato anche un hashtag su Twitter #WorldTVDay), oggi ĆØ ricordatain particolare da una serie di associazioni, per lo piĆ¹ europee, come EGTA, o Association of Commercial Television in Europe poichĆØ rappresenta un momento di conferenze, simposi e occasioni di public relations. Ma ĆØ soprattutto unāoccasione di marketing per tutti i produttori di programmi che ne approfittano per pubblicare ricerche di mercato, lanciare promozioni o organizzare eventi.