SUD SUDAN, L’ALLARME DELL’UNICEF: OLTRE 13.000 BAMBINI COINVOLTI NELLA GUERRA CIVILE

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Sono i bambini a pagare il prezzo più alto della guerra civile che sta insanguinando il Sud Sudan da mesi. A lanciare l’allarme è l’Unicef, che riporta testimonianze oculari: nell’ultimo attacco dell’Esercito di Liberazione Popolare (SPLA) sono rimaste vittime almeno 10 bambini. Altri sono stati rapiti e violentati o costretti ad armarsi. Sarebbero oltre 13.000 quelli coinvolti nel conflitto secondo l’Onu.

L’Unicef chiede un intervento delle Nazioni Unite dopo l’ultimo attacco dell’esercito di liberazione: i testimoni raccontano di interi villaggi rasi al suolo, donne e bambine portate via e violentate, minori coinvolti nelle violenze o utilizzati come guardie per il bestiame rubato. Il Rappresentante dell’organizzazione umanitaria in Sudan meridionale, Jonathan Veitch chiede “un’indagine urgente e approfondita anche per identificare i responsabili di queste ultime atrocità”.

La guerra civile nel Sud Sudan – uno degli Stati africani più poveri nonostante i ricchissimi giacimenti di petrolio presenti nel sottosuolo – è scoppiata nel dicembre del 2013 quando si è verificato un tentato colpo di Stato nel quale le forze leali al presidente Salva Kiir di etnia dinka si sono scontrate con quelle fedeli all’ex vicepresidente Riech Machar di etnia nuer, esonerato a luglio a causa dei forti contrasti con Kiir. Secondo fonti ufficiali, si calcola che almeno 50.000 persone siano state uccise nel corso del conflitto etnico. Di queste, come denuncia l’Unicef, moltissime sono minori e bambini.

Milena Castigli: