I test di ingresso alle Università di medicina sono una misura “necessaria” e aiutano a garantire la formazione di “medici di eccellenza” in Italia. Ne è convinto Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun), commentando il fenomeno delle iscrizioni degli aspiranti medici in sedi estere “minori”, come la Bulgaria, San Marino, Chiasso, dove è possibile immatricolarsi senza la famigerata selezione iniziale. Il presidente del Cun spiega che il neo laureato italiano è “esportabile in tutta Europa”, potendo andare a lavorare “in Francia, come in Inghilterra senza problemi”.
I Paesi europei, continua Lenzi, hanno dovuto ricorrere al numero programmato, perché “solo il 90% degli iscritti si laurea effettivamente” e quindi non ci si può permettere un “numero infinito di immatricolazioni” non solo per i costi ma anche per non creare false speranze negli aspiranti studenti. L’unico aspetto che si può discutere, secondo il coordinatore dei presidenti dei corsi di laurea in medicina, è il modo di realizzare le selezioni, in particolare il sistema dei quiz che può essere sicuramente migliorato. Ai ragazzi che scelgono di evitare il problema dei test scegliendo atenei in Paesi a percorso facilitato Lenzi consiglia “di continuare a provare l’ingresso in Italia perché “scegliendo scappatoie si rischia anche una preparazione di minore qualità”.