Il governo di Matteo Renzi e del ministro Marianna Madia ha confermato il blocco dei contratti pubblici. Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono bloccati dal 2009, con una perdita secca, non recuperabile, pari a più di 3.000 euro annui medi pro-capite, un gravissimo danno permanente, in quanto destinato ad incidere anche sul trattamento pensionistico. Ed anche se la gravità del momento obbliga il Governo ad una politica di ristrettezze economiche, non è giusto che si continui a pensare di togliere sempre ai dipendenti pubblici, che hanno già pagato a caro prezzo il costo della crisi reso ancor più oneroso dagli errori della politica.
Sarebbe ora di cominciare ad attingere al serbatoio della corruzione, a quello dell’evasione fiscale, a quello degli sprechi ed a quello dei costi degli elefantiaci apparati della politica. Dal governo dei giovani non vedo altro che la più vecchia delle politiche: se questo è tutto quello che sanno fare rispetto a tre milioni di lavoratori e di famiglie… Senza dimenticare, infine, che nella prossima busta dello stipendio gli statali troveranno la riduzione dello stipendio comprensiva degli arretrati a decorrere dal 1 gennaio 2014 a seguito delle disposizioni riguardanti il pagamento all’ Inps del contributo dello 0,5% per il fondo di solidarietà residuale per i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione guadagni, in applicazione della c.d. legge Fornero.