Gli attivisti del Nafso (National Fisheries Solidarity Movement) e quelli del Monlar (Movement for National Land and Agricoltural Reform) dello Sri Lanka hanno donato semi di arachidi, fagioli rossi e granoturco agli abitanti di Paanama, cittadina del sud est dell’isola nota anche con il nome di Ceylon.
La speranza è che grazie al loro aiuto, essi possano tornare presto a coltivare i propri terreni con le piante che hanno sempre garantito loro la sopravvivenza: mango, anacardo e vari ortaggi. I terreni agricoli erano stati espropriati con la forza nel luglio 2010: l’allora governo di Mahinda Rajapaska aveva infatti varato un piano di riqualificazione delle aree costiere per attrarre il turismo in crisi a causa della guerra civile.
Nel febbraio 2015 il nuovo gabinetto di Maithripala Sirisena aveva deciso di restituire i terreni ai proprietari poiché erano stati vittime di espropri forzati, ma – dopo mesi di attese – nessun terreno riconsegnato. Per tale motivo gli abitanti dei villaggi hanno occupato le terre di loro appartenenza e ora 36 famiglie vivono accampate per le strade in rifugi di fortuna.
Francis Priyankara Costa, coordinatore del Nafso, spiega l’iniziativa della donazione delle sementi: “quest’anno abbiamo deciso di aiutarli a dare un nuovo inizio alle loro vite e alle coltivazioni. Pescare e coltivare i terreni è l’unica cosa che sanno fare”. Secondo l’attivista, gli abitanti dei villaggi “hanno subito una violazione dei diritti umani. Sono stati attaccati con la forza, e le loro case, terre e proprietà confiscate. Tutto è stato distrutto in una notte”.
Punchiraala Somasiri, leader della Paanam Pattuwa Protection Organisation, ringrazia il Nafso e il Monlar e dice: “Abbiamo la speranza che fra tre o quattro mesi guadagneremo qualcosa da queste coltivazioni. E poi vogliamo continuare”. Per riattivare a pieno regime l’intera gamma di colture nei 37 acri espropriati servirebbero solo un milione di rupie srilankesi, vale a dire poco più di 6mila euro.