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SPOSE A 13 ANNI NELLA “CIVILISSIMA” AMERICA

Siamo abituati a pensare che alcune usanze anacronistiche e avvilenti non facciano più parte della nostra cultura occidentale. Guardiamo al resto del mondo, specie ai Paesi poveri, con senso di superiorità e distacco, vantandoci di essere migliori e non ci accorgiamo che spesso, anche da noi, vengono violati diritti elementari. Fino a pochi giorni fa credevamo, ad esempio, che lo spregevole fenomeno delle spose bambine fosse solo un retaggio di nazioni come il Qatar e il Bangladesh, dove migliaia di donne e ragazze vivono sotto il giogo dei propri padri, mariti e fratelli. E invece no.

Pochi giorni fa lo Stato del Virgina (Usa) ha abolito la legge che consentiva ai genitori delle minorenni di imporre (o consentire) matrimoni riparatori in caso di gravidanza. La nuova normativa, entrata in vigore i primi di luglio, fissa un limite di età per le nozze: 18 anni come regola generale, 16 nel caso in cui l’adolescente dimostri di essersi legalmente emancipata dalla famiglia di origine (e previa autorizzazione del giudice). Viene così risolto un fenomeno che, secondo il “The Independent”, tra il 2004 e il 2013 nel Virginia ha coinvolto circa 4.500 minori, di cui 200 con meno di 15 anni. Uno schiaffo all’innocenza.

Il divieto – frutto di una lunga battaglia portata avanti dagli attivisti per i diritti umani – è stato adottato quest’anno anche da parte di altri Stati: California, Maryland, New Jersey e New York. Il giudice dovrà effettuare una valutazione caso per caso senza tenere conto di elementi quali una gravidanza precoce oppure il parere dei genitori della ragazza, come chiarisce un altro quotidiano statunitense, il ”Washington Post”. La legge precedentemente in vigore in Virginia prendeva infatti in considerazione questi fattori, permettendo a coloro che compivano abusi sessuali sulle minorenni di “scampare alla legge semplicemente sposando le loro vittime”, come hanno denunciato le associazioni. Così è avvenuto ad esempio per una ragazzina del liceo, stuprata dal proprio insegnante, che per evitare guai ha convinto i genitori a concederle il permesso di sposarla. “Era la seconda volta che ricorreva a questa strategia- ha sottolineato Jill Holtzman Vogel, senatrice repubblicana che ha sostenuto l’approvazione della legge assieme alla democratica Jennifer McClellan- La prima si è conclusa con un divorzio. Ora che sono sposati però – ha aggiunto – non esiste più alcun reato. La ragazza ha lasciato la scuola. Lui le ha rovinato la vita”.

Secondo le statistiche, per le neo spose sussiste il 50% di probabilità in più di abbandonare gli studi, il 25% in più di non frequentare il college, e aumenta anche di molto la possibilità di restare incinta in giovanissima età. Inoltre gli attivisti spiegano che queste ragazze corrono il rischio di subire violenze domestiche tre volte in più delle altre. Negli Stati Uniti, la legge sul matrimonio varia a seconda dello stato, e ce ne sono ancora sei in cui alle giovani al di sotto dei 16 anni è consentito sposarsi. Qualche mese fa, Coby Persin – una nota star di Youtube – ha lanciato una campagna provocatoria contro i matrimoni precoci: a Times Square, un uomo di 65 anni e la “sua sposa” di 12 posavano per le foto di rito davanti agli occhi increduli di turisti e passanti. “I cittadini non sopportano che una bambina sposi un uomo più anziano di lei- ha sottolineato Persin- così come nessun altro nel mondo dovrebbe fare”.

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