Di cosa si “cibano” i buchi neri, quella misteriosa regione dello spaziotempo che possiede un campo gravitazionale così forte da non permette neppure alla luce di sfuggirgli? Gas interstellare e, a volte, anche qualcosa di più “pesante” come una stella vera e propria! A rivelarlo, lo studio prodotto dal gruppo internazionale di astrofisici guidati dall’italiano Andrea Merloni presso il Max Planck Instute in Germania.
Pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, la scoperta è stata possibile esaminando uno dei più grandi Black hole mai osservati – possiede una massa pari a 100 milioni di soli – mentre “ingurgitava” una stella. I ricercatori erano rimasti colpiti dal bagliore emesso dalla galassia SDSS J0159 + 0033, nella costellazione della Balena, alla distanza di circa 3,5 miliardi di anni luce dalla Terra. “Di solito le galassie distanti non cambiano in modo significativo nel corso della vita di un astronomo – spiega Merloni – ma questa galassia ha mostrato una variazione drastica, come se il buco nero si fosse attivato e disattivato”.
Ciò è avvenuto poiché il buco nero, che risiede solitamente al centro della galassia, grazie alla sua immensa forza gravitazionale ha attirato verso di sé una stella di passaggio che, una volta sgretolata, è caduta tra le fauci del “mostro”. Quando i pezzi della stella sono precipitati nel buco, hanno prodotto gli enormi bagliori – più luminosi di tutta la galassia – che hanno permesso al gruppo di ricerca di osservare l’inconsueto evento.