SOVRAFFOLLAMENTO ALLE SPALLE. DETENUTI IN CALO

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L’ultima indagine di Antigone sulle carceri sfata un mito: la crisi economica non produce un aumento della criminalità. Oltre ai detenuti, infatti, nel 2014 sono calati anche i reati. Il dossier mostra, dopo anni, un decremento della popolazione carceraria e il calo dei delitti. Questo significa, fra l’altro, che “i detenuti scarcerati non hanno commesso crimini che hanno messo a rischio la sicurezza esterna”. Nel 2014 l’indice di delittuosità (reati per numero di abitanti) è diminuito del 14 per cento nonostante la popolazione reclusa sia anch’essa diminuita. “Segno che in carcere c’erano tante persone che nulla hanno a che fare con il crimine – spiega il rapporto – e che una volta uscite non hanno commesso nuovi reati”. Sono diminuiti anche gli omicidi (-11,7 per cento), le rapine (-13 per cento) e i furti (-1,5 per cento). Lampante è il confronto mondiale per numero di uccisioni, dove l’Italia ricopre il 157esimo posto, “addirittura al di sotto della media Ue – spiega il rapporto. Un indice addirittura più basso di Norvegia, Finlandia, Francia e Gran Bretagna”. A calare sono anche i reati in violazione della legge sulle droghe. Quelli contro il patrimonio sono stati 30.287, ovvero il 24,1 % del totale .

A seguire quelli contro la persona pari a 22.167 ovvero il 17,7 % del totale e quelli in violazione della legge sulle droghe pari a 18.946 ossia il 15,1 per cento del totale. Questi ultimi erano 26.160 nel 2012 e ben 28.199 nel 2010″. Un calo di oltre 9 mila imputazioni per droga che hanno determinato il carcere, frutto dell’abrogazione della legge Fini-Giovanardi da parte della Corte Costituzionale. In controtendenza, invece, il dati relativi alla criminalità organizzata: nel 2014 i detenuti accusati di questi delitti sono stati 6.903 contro i 5.227 del 2008. Con legalizzazione risparmi immediati per lo Stato. Un dato, quello sui reati in violazione della legge sulle droghe, che secondo Antigone deve portare ad una riflessione più ampia, che vada in “modo deciso” verso la legalizzazione.

“Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti deve essere per noi un esempio. La legalizzazione della cannabis negli Stati del Colorado e di Washington ha portato oltre 800 milioni di dollari di nuovi introiti fiscali. Inoltre vi sono i minori costi derivanti dalla detenzione in calo. Sono diminuiti del 4 per cento i reati connessi. Non sono aumentati gli incidenti stradali. E’ diminuito il consumo del 24 per cento. Sono dunque diminuiti gli introiti delle narcomafie”. In Italia, secondo Antigone, i risparmi immediati per lo Stato potrebbero arrivare a 100 milioni di euro e almeno 10 mila detenuti in meno.

Diminuiscono pene brevi e lunghe. Nel generale quadro di ridimensionamento del pianeta carcere, tra numero dei detenuti e riduzione dei reati, diminuiscono anche le pene brevi e quelle lunghe, mentre aumentano quelle tra i 5 e 10 anni. Secondo lo studio, infatti, nel 2014 il 22 per cento dei detenuti ha avuto una pena inflitta inferiore ai tre anni, mentre nel 2008 superava il 37 per cento. Cala anche il numero degli ergastolani, passati dal 4,7 per cento contro il 5,3 per cento del 2008. Diminuiscono anche i detenuti con una pena superiore ai dieci anni, nel 2014 sono il 23,7 per cento dei detenuti, contro il 25,3 per cento del 2008.

Aumenta, però, la percentuale della popolazione detenuta con pene medio-lunghe tra i 5 e i 10 anni: oggi sono il 23,6 per cento del totale contro il 19,5 per cento del 2008. A regime duro (il 41 bis), infine, abbiamo 725 detenuti, di cui 8 donne. Di questi,648 sono stati condannati per associazione di tipo mafioso, ben 414 sono in attesa di giudizio per cui presuntivamente innocenti, mentre i condannati sono 305, di cui 144 all’ergastolo. Sono oltre 9 mila, invece, i detenuti reclusi nei regimi alta sicurezza per reati legati alla criminalità organizzata, 523 sono i collaboratori di giustizia protetti nelle carceri nonche’ 129 congiunti di collaboratori. Infine sarebbero 14 i detenuti accusati o condannati per terrorismo internazionale jihadista.

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