Sono passati 11 anni, da quando il 10 marzo 2004, la legge 40 “in materia di procreazione medicalmente assistita” è entrata in vigore. Secondo il diritto italiano definisce questa pratica come l’insieme degli “artifici medico chirurgici finalizzati al favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dall’infertilità umana”. La legge originale sanciva l’obbligo di impianto di tutti gli embrioni contemporaneamente e vietava la fecondazione eterologa assistita, la crioconservazione degli embrioni e la produzione di più di tre embrioni. Una sentenza della Corte Costituzionale del 9 aprile 2014 ha dichiarato illegittima la disposizione della legge 40 che vietava la fecondazione assistita eterologa e a distanza di poco più di un anno in Italia sono venuti alla luce i primi gemelli proprio grazie all’utilizzo di questa tecnica.
La nascita è avvenuta a Roma nella clinica Alma Res Fertility, diretta dal dott. Pasquale Bilotta. Un maschietto e una femminuccia venuti al mondo con un parto cesareo, con quattro settimane di anticipo, ma in buone condizioni di salute. I genitori dei gemelli si erano rivolti al dott. Bilotta nei primi mesi del 2014, stavano cercando di avere un figlio da 15 anni, ma la “fertilità della donna era risultata del tutto compromessa oltre che dall’età, 47 anni, anche da una riserva ovarica drasticamente ed irrimediabilmente danneggiata da una patologia a carico delle ovaie, l’endometriosi, responsabile del 45%dei casi di infertilità femminile”.
È per questo che il responsabile della clinica ha deciso di utilizzare la tecnica del trasferimento in utero di due embrioni allo stadio di blastociti, ossia mantenuti in incubatore fino al quinto giorno di sviluppo. Per la fecondazione è stato utilizzato il seme del marito e per scegliere la donatrice sono state verificate le compatibilità del gruppo sanguigno e le caratteristiche fenotipiche, ossia il colore degli occhi, dei capelli e della pelle.