SEXTING, NUDI DAVANTI A UNO SCONOSCIUTO

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Uno scatto osé, un’app per smartphone o tablet per condividere contenuti. Dall’altra parte dello schermo una persona che si vuole provocare, colpire, attrarre. E’ il sexting, una delle ultime, discutibili, mode nate con la rivoluzione digitale, che consiste nell’invio di immagini sessualmente esplicite attraverso il telefonino o il pc.

I numeri del fenomeno

Il fenomeno è molto diffuso tra gli adolescenti, a riprova di quanto internet sia uno strumento pericoloso per chi non ne comprende appieno le potenzialità e i rischi. Secondo le statistiche diffuse da Childline, nel 2013 in Inghilterra 1 teenager su 4 aveva fatto ricorso al sexting. Negli Stati Uniti almeno il 20% dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni lo ha provato almeno una volta. In Italia, invece, un’indagine svolta nel 2014 da Doxa Kids e Telefono Azzurro spiegava che almeno il 35,9% dei giovani intervistati conosceva qualcuno che avesse usato supporti informatici per inviare immagini hard di se stesso. Il dato più preoccupante è però un altro e riguarda il destinatario dei contenuti. Nel 38,6% dei casi si tratta di un amico (o di più amici presenti in una chat di gruppo), nel 27,1% è il proprio partner, nel 22,7% è un estraneo e nel 9,9% un conoscente (sondaggio Eurispes-Telefono Azzurro del 2012). Ciò significa che nel 71,2% dei casi la propria intimità viene mostrata a persone di cui non si conoscono le reali intenzioni, poiché (amici a parte) non esiste un rapporto di fiducia tale da assicurare il rispetto della privacy. Ciò che colpisce è la totale inconsapevolezza delle possibili conseguenze. Il 41,9% degli adolescenti, infatti, non ci vede nulla di male, il 16,1 si fida della persona cui ha inviato lo scatto o la clip e l’11,1 lo ha fatto per scherzo. In generale solo 1 ragazzo su 10 che abbia ricevuto un contenuto hot si è sentito infastidito, dato che sale a 1 su 5 se il destinatario era una persona di sesso femminile.

Cause e rischi

Per comprendere il fenomeno e capire il motivo per il quale non venga percepito come un comportamento potenzialmente rischioso occorre capire cosa spinga milioni di adolescenti a fare sexting. Secondo gli esperti si tratta di una ricerca di attenzione nei confronti degli altri, siano essi il proprio fidanzato o una persona che si vuole semplicemente provocare. Le foto vengono scattate, solitamente, in ambienti riservati (come la propria stanza) in cui il teenager si sente protetto e può quindi mostrarsi in modo disinibito. Il problema è che il mittente non può sapere quale uso possa fare il destinatario del materiale ricevuto. Potrà tenerlo per sé o diffonderlo ad altre persone, innescando un pericoloso giro che spesso sfocia in vere e proprie forme di cyberbullismo. La maggior parte dei ragazzi è poi inconsapevole del fatto che far circolare proprie immagini “senza veli” viola le normative anti pedopornografia. Esiste la possibilità, infatti, che le foto finiscano in una rete di pedofili pronti a venderle in cambio di cospicui guadagni. Insomma c’è il rischio che il gioco possa finire male. Come avvenuto a un ragazza spagnola che, convinta di poter contare sulla sua discrezione, aveva inviato al suo ragazzo uno suo scatto osé. Risultato? Il giovane l’ha fatto girare tra i suoi compagni di scuola e l’incauta teenager, ormai vista da tutti come una poco di buono, si è ammalata di una grave forma di depressione. E non mancano casi di suicidio tra le adolescenti messe alla berlina per uno scatto privato diventato di pubblico dominio.

Derive

Esistono poi derive ancor più pericolose. Innanzitutto la sextorsion, cioè la minaccia di pubblicare le foto se non verrà pagata una cospicua somma di denaro. E poi il revenge porn, vale a dire la diffusione di immagini hot per vendetta. Il rancore per la fine di una storia può portare a ritorsioni che hanno l’obiettivo di danneggiare la reputazione dell’ex partner. Così vengono messi online video e foto privati, girati o scattate durante un amplesso o ricevute nell’ambito di un sexting. Ne ha fatto le spese, tra le altre, Tiziana Cantone. La giovane napoletana aveva inviato all’ex fidanzato il filmino di un rapporto insieme a un altro ragazzo e si è tolta la vita dopo aver scoperto che la clip era finita su alcuni siti pornografici. Tornando indietro nel tempo si può citare “Forza Chiara da Perugia”. Anche in quel caso l’ex fidanzato, dopo la fine della storia, aveva diffuso il video di un rapporto sessuale con la giovane – allora quindicenne – allo scopo di screditarla. In un’epoca in cui i social network erano ancora di là da venire il video fu condiviso migliaia di volte su piattaforme peer-to-peer come eMule.

Consigli

Come per la maggior parte dei fenomeni negativi portati in dote dall’era digitale la cosa più importante è mantenere alta la soglia di attenzione. Il primo consiglio rivolto agli adolescenti è, ovviamente, quello di evitare forme di esibizionismo che possano potenzialmente avere un effetto boomerang. Il secondo è quello di non prestarsi alla diffusione di immagini hard e di mettersi nei panni della vittima. Non esistono, infatti, solo le conseguenze legali per chi fa circolare il materiale ma anche quelle psicologiche cui va incontro l’ingenuo mittente. E’ importante poi informare sui rischi collegati al sexting, compresi quelli penali. Ai genitori, invece, gli esperti chiedono di avere un dialogo aperto sui temi inerenti la sessualità e di parlare con loro se scoprono contenuti scabrosi sullo smartphone o sul pc. A volte basta poco per scongiurare derive pericolose.

 

Francesco Volpi: