Un fenomeno che da sempre affascina l’uomo è l’aurora polare, boreale o australe a seconda dell’emisfero dove si verifica. Archi e brillanti raggi di luce di una vasta gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, solitamente di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali, iniziano la loro danza a circa 100 chilometri sopra la superficie terrestre e si estendono verso l’alto lungo il campo magnetico. Un fenomeno quanto mai spettacolare, che da sempre tiene con gli occhi incollati al cielo gli appassionati.
Un evento ancora più spettacolare e imponente se viene osservato al di fuori del nostro sistema solare, per di più su un corpo celeste che non è né un pianeta né una stella. LSR J1835 + 3529 è una nana bruna che si trova a 18 anni luce da noi. Su quell’astro, che non è una stella (non ci sono reazioni nucleari al suo interno), né un pianeta (è troppo grande per esserlo), si verificano aurore boreali 10.000 volte più maestose di quelle terrestri.
La scoperta è stata fatta dia ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena, utilizzando i dati del radiotelescopio Karl Jansky Very Large Array del Nuovo Messico, del telescopio Hale di monte Palomar in California e del telescopio Keck alle Hawaii. L’intensità dell’aurora polare che si verifica sulla nana bruna, indica che è alimentata da meccanismi diversi da quelli che producono le aurore terrestri, e simili a quelli presenti di Giove, ma decine di migliaia di colte più intensi.
“Sappiamo già che le nane brune hanno atmosfere nuvolose, come i pianeti, anche se le loro nuvole sono composte dai minerali che sulla Terra formano le rocce, ma ora sappiamo anche che ospitano potenti aurore. – ha dichiarato Stuart Littlefair dell’Università di Sheffield, coautore della ricerca – Le nane brune colmano il divario tra stelle e pianeti, ma questi risultati dimostrano che dovremmo pensare a esse più come ai pianeti sovradimensionati che a stelle mancate”.