All’indomani degli scontri a Roma, con le cariche della polizia contro il corteo dei lavoratori Ast, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso su Radio1 ha affermato: “Il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell’ordine pubblico”, rispondendo così a Matteo Renzi che aveva invitato ad abbassare i toni dopo le violenze. “Il governo, invece di fare ping pong tra le parti, dovrebbe sentire direttamente il governo tedesco e muoversi sulla multinazionale”.
In merito a ieri, ha aggiunto il numero uno Fiom, Maurizio Landini: è stata una “pagina negativa che non si deve più ripetere”, specificando, però, che la Fiom non chiede le dimissioni di Alfano: “Sono rispettoso del lavoro del Parlamento e quella è una discussione che sarà fatta – dice Landini -. Noi non abbiamo chiesto le dimissioni di nessuno”, ma “che venga accertato tutto ciò che è avvenuto e poi che governo e polizia prendano delle decisioni che impediscano che possa risuccedere in qualsiasi situazione quello che è successo ieri”. “Nessuno ieri – ha aggiunto ancora – ha detto di andare alla stazione Termini e nessuno ci ha mai provato. Nella piazza si sapeva che volevamo andare al Mise dove si svolgeva un incontro con l’azienda. Siamo stati aggrediti”.
Mentre Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, a Genova per il congresso regionale, parlando degli scontri ieri ha detto:”Non credo che quanto accaduto ieri segni un cambio di passo da parte del governo”, verso chi manifesta o verso i sindacati. “Ci mancherebbe altro. Credo invece che qualcuno abbia ecceduto, ma non abbiamo bisogno di eccessi”. Secondo Furlan, “bisogna rispettare il lavoro, chi fa cortei e chiede cose per il lavoro. Quello di ieri è stato un episodio molto triste, che fa anche molto turbare. Quando i lavoratori manifestano pacificamente non c’è bisogno di azioni forti, né della polizia né di nessun altro. Quelli sono lavoratori che chiedono che la loro fabbrica rimanga aperta e come tali vanno rispettati”. Per il leader della Cisl “purtroppo, ancora una volta, i toni sono troppo accesi. Serve responsabilità e anche sapere fino in fondo esercitare il proprio ruolo. Questo è l’appello che rivolgo a tutti – e conclude – Non smetterò mai di lavorare per il dialogo. Il dialogo sociale segna il rapporto tra governi e parti sociali in tutta l’Europa e anche Renzi deve accettarlo”.