Il direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha annunciato che “la caduta del prezzo del greggio è una buona notizia per l’economia mondiale e – aggiunge – soprattutto in un momento in cui il mondo è alle prese con il problema di una crescita troppo lenta”.
Queste dichiarazioni del direttore del Fmi arrivano dopo che ieri il petrolio ha toccato i minimi da 5 anni a seguito del mancato taglio delle quote produttive Opec. Inoltre, secondo i dati comunicati dalla società DrillingInfo a Reuters, nel mese di ottobre le trivellazioni nelle dodici principali zone di estrazione degli Stati Uniti hanno subito un calo del 15%. La strategia dell’Opec punta a mantenere invariata la produzione di petrolio per frenare la spinta degli stati fuori dall’area greggio ad investire negli idrocarburi non convenzionali.
Secondo quanto riporta il direttore esecutivo dell’International Energy Agency (Iea), Maria van der Hoeven, il picco di crollo che sta riguardando il prezzo del petrolio “è la prima grande sfida che il settore degli idrocarburi non convenzionali si sta trovando ad affrontare”. Ad esempio – continua il direttore di Iea – i produttori di light tight oil dalle sabbie bituminose in Usa e Canada stanno raggiungendo traguardi impressionanti in termini di risparmi sui costi, bisognerà aspettare e vedere. Ad ogni modo per la politica non e’ il momento di perdere di vista il quadro complessivo. Infatti i governi dovrebbero cogliere l’occasione di adottare un qualche genere di carbon tax e terminare i sussidi alle fonti fossili”.