SAVE THE CHILDREN “LO STATO DELLE MADRI NEL MONDO”: ITALIA SOLO 12ESIMA

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Save the Children – la nota organizzazione umanitaria per la salvaguardia della famiglia e dell’infanzia – ha stilato una classifica sulla condizione di benessere di mamme e figli nei vari Paesi del Globo. Il rapporto 2015, intitolato “Lo Stato delle madri del mondo”, prende in esame la situazione di 179 Stati nei cinque continenti. Ai primi posti si riconfermano anche quest’anno le Nazioni del Nord Europa: Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca e Svezia. Le peggiori sono tutte africane: Somalia, Repubblica democratica del Congo, Repubblica dell’Africa centrale, Mali e Nigeria. Inoltre, Bangladesh, Cambogia, Ghana, Kenya e India sono i luoghi con maggior disparità di possibilità di sopravvivenza tra bambini poveri e ricchi che vivono in città.

“Otto dei dieci Paesi in fondo all’Indice sono quasi tutti minati da crisi umanitarie, instabilità, conflitti e debole capacità di governo e le condizioni di vita per madri e bambini sono difficilissime – sottolinea Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia -. Violenze e guerre portano purtroppo sempre con sé carenza di cibo e malnutrizione e possono causare il collasso anche di solidi sistemi sanitari, come drammaticamente stiamo vedendo in Siria”. “Oppure possono essere gravi emergenze sanitarie e catastrofi a compromettere le condizioni di bambini e madri, come nel caso del virus Ebola o del recente e devastante terremoto in Nepal” spiega Neri.

L’Italia si posiziona al dodicesimo posto della classifica dove si vive meglio, scendendo di una posizione rispetto all’anno precedente a causa di una lieve flessione nella partecipazione delle donne al Governo nazionale (30,1 per cento dei posti in Parlamento nel 2015, contro il 30,6 del 2014) e degli anni dedicati allo studio e alla scolarizzazione (16 anni di formazione scolastica nel 2015 a fronte di 16,3 nel 2014). In Italia il rischio di mortalità materna è di 1 donna ogni 17.100 mentre il tasso di mortalità infantile è di 3,6 ogni 1000 nati vivi. In Angola e Sierra Leone, di contro, 1 bambino su 6 muore prima dei 5 anni.

Il rapporto segnala anche casi incoraggianti: Egitto e Filippine per esempio sono stati in grado di ridurre i tassi di mortalità infantile grazie a un rafforzamento dei sistemi sanitari e all’accesso alle cure gratuite per le famiglie più povere. Una strada che, se percorsa, aiuterebbe molti Paesi, agli ultimi posti della classifica, a raggiungere un livello di benessere madre-figlio sufficiente.

Milena Castigli: