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Rivoluzione digitale, professioni a rischio con l’aumento della tecnologia

Con l’avanzare del progresso scientifico e tecnologico, numerosi settori professionali rischiano l’estinzione, mentre molti altri una repentina trasformazione. Il Financial Times ha pubblicato una lista di sei mestieri che ben presto non esisteranno più: le agenzie di viaggio, gli assicuratori di polizze auto, la manifattura per componenti industriali, i consulenti finanziari e le officine per la riparazione di veicoli, senza contare i molti privati che mettono a disposizione un posto a sedere nella propria auto per un viaggio.

Se fino a qualche anno fa l’agenzia era lo “starter pack” del viaggio perfetto, dalla ricerca dei biglietti più economici alla consulenza di professionisti per l’organizzazione della luna di miele, oggi basta un clic sul web per consultare migliaia di piattaforme. Secondo l’Us Bureau of Labor Statistcs, l’organo federale che si occupa di monitorare la situazione economica e professionale del Regno Unito, il numero di consulenti di viaggio è sceso dai 132 mila nel 1990 ai 74 mila del 2014. Secondo l’istituto si ridurranno di un altro 12 per cento entro il 2024. Tuttavia, sono in molti a volere un contatto umano e un consiglio soggettivo quando si tratta di organizzare la propria vacanza. “Quelli che sopravviveranno saranno solo i veri esperti – afferma Henry Hartveldt, fondatore della società di consulenza del settore Atmosphere Research, interpellato dal Financial Times -. E verranno utilizzati per organizzare viaggi importanti: una luna di miele, un raduno di famiglia o escursioni complesse come i safari”.

L’avvento della Stampante 3D porterà al declino della manifattura. Infatti, le società non avranno più bisogno di ordinare i componenti di cui hanno bisogno, basterà semplicemente progettarli sul pc e poi stamparli. Zero costi. La Bosch sta lavorando in questa direzione. Il gruppo tedesco ha in progetto, infatti, di stampare il 40 per cento dei componenti entro 5-10 anni. Secondo le previsioni, il risparmio ammonta a circa il 60 per cento del costo di produzione di oggi.

Con l’arrivo sulle strade delle auto a guida autonoma, poi, incidenti ed infrazioni inevitabilmente diminuiranno. Tuttavia, se da una parte c’è il sollievo di un minor numero di collisioni, dall’altra aumenta la preoccupazione delle società di polizze assicurative. Quando il rischio diminuisce, infatti, anche il costo si abbassa. Il settore genere 260 miliardi di premi ogni anno e circa 17 miliardi di introiti (dati di Morgan Stanley e Boston Consulting Group). Dunque, la situazione è in procinto di cambiare: lssicurazioni verranno firmate dalle società produttrici e non dagli automobilisti. Ciò porterebbe ad un inevitabile riduzione delle richieste, con un declino che potrebbe arrivare fino all’80 per cento entro il 2040.

A rischio anche i consulenti finanziari. Il web è pieno di siti, gestiti da algoritmi, che offrono previsioni e consigli per i risparmiatori. Liberatum, un’associazione di settore britannica, stima che circa 13.500 consulenti hanno abbandonato l’industria dopo l’introduzione di nuove regole nel 2013, che hanno reso più difficile la qualifica e minori i guadagni. Un anno prima, poi, erano nati i primi consulenti-robot, cioè piattaforme che monitorano i fondi, in base alle risposte dell’investitori a un questionario online. Secondo il Financial Times, in un decennio, il giro d’affari della consulenza digitale potrebbe arrivare a cinque trilioni.

Lento declino anche per i meccanici. Infatti, le auto elettriche che stanno prendendo il sopravvento su quelle a “benzina” portano un risparmio anche nella manutenzione. Virtualmente non ci sono componenti mobili nelle nuove vetture (a parte le ruote) e quindi è più difficile romperle. I meccanici dovranno aggiornarsi per migliorare le proprie competenze, soprattutto quelle elettroniche.

infine, c’è la condivisione di auto e case vacanze da parte di privati. Uber e Airbnb, solo per citarne alcuni, sono piattaforme che stanno rivoluzionando il modo di viaggiare. Diminuiscono i prezzi e i tempi: per prenotare una camera basta un clic, e ci si mette d’accordo su tutto direttamente via chat. Se c’è bisogno di un passaggio, tramite un’app, l’autista arriva in un attimo. La preoccupazione delle grandi catene alberghiere è ormai nota. Così come quella delle società di noleggio auto. Per esempio Europcar, il più grande operatore in Europa, che ha fatto partire una serie di progetti per modificare il proprio modello di business e sopravvivere alla tecnologia.

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