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RIFORMA DELL’ISTRUZIONE, CORTEI IN 7 CITTA’

E’ iniziata con un blitz notturno al Miur la grande mobilitazione della scuola contro la riforma varata dal duo Renzi-Giannini. Un gruppo di studenti di Università e istituti aderenti a Udu e Rete degli studenti ha esposto uno striscione davanti alla sede del ministero, in viale Trastevere a Roma, con la scritta “Vogliamo una scuola buona davvero”, inscenando un flash mob le cui immagini sono state poi caricate su Youtube. I giovani hanno così voluto “dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola” e ribadire la loro “totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma” si legge in un comunicato diramato dalle due organizzazioni. “Il percorso sulla Buona Scuola, come rischia di essere quello prefigurato sulla Buona Università si è rivelato un processo esclusivo e decisionista – sostiene Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari – in cui l’ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stato solo una finta facciata”. “Oggi siamo in piazza contro la Buona scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale – ha aggiunto Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi – perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il ddl Buona scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze. Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita – ha concluso – quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona scuola né Buona Università”.

Poche ore dopo gli studenti di Uds si sono recati al Pincio dove è stato srotolato un altro striscione di protesta: “La scuola e la democrazia sono #nellenostremani”. Quest’ultimo è l’hashtag scelto ai ragazzi per aderire alla manifestazione anche tramite i social media e seguirla in presa diretta.  “Con lo striscione calato dal Pincio abbiamo voluto lanciare la mobilitazione odierna in cui Renzi ci vedrà tutti uniti contro il ddl Buona scuola – ha dichiarato Danilo Lampis, coordinatore Nazionale Unione degli Studenti – Non solo studenti, genitori, insegnati, personale Ata, ma tutta la cittadinanza. Il corteo verrà accolto da questo striscione che descriverà la voglia di protagonismo che attraverserà tutta la giornata, riassunta dallo slogan nelle nostre mani”. Lampis ha spiegato che “questo ddl propone un modello di scuola autoritario, succube dei privati, che legittima le disuguaglianze invece che abbatterle. A nostro avviso rispecchia l’idea di Paese propria del Governo e ripropone lo svilimento della democrazia che abbiamo visto concretizzarsi sempre più in questi mesi, ponendo il ricatto dei tempi e delle assunzioni per impedire una puntuale discussione della riforma e proponendo deleghe in bianco sui temi più fondamentali”.

Cortei si sono svolti in sette città italiane. I più partecipati sono stati a Roma e Milano, dove a fianco di insegnanti, personale della scuola e studenti, sono sfilati i segretari generali dei sindacati confederali e autonomi e molti esponenti politici, anche del Pd. Nella Capitale la manifestazione è partita da piazza della Repubblica, preceduta da alcuni flash mob degli studenti: “siamo in centomila”, hanno detto gli organizzatori. Corteo anche a Bolzano, dove il premier Renzi, arrivato per un vertice del Pd, è stato duramente contestato. Sua moglie, insegnante a Pontassieve, questa mattina ha invece regolarmente svolto le sue lezioni.

Il ministro dell’Istruzione ha commentato la mobilitazione dicendosi “perplessa” perché i punti sui quali si sciopera “sono assolutamente estranei a quello che noi vogliamo fare con la buona scuola, cioè autonomia scolastica e potenziamento dell’offerta formativa”. Ma il responsabile dell’Istruzione ha aggiunto che “è bene che si entri nel merito, che si valuti il contenuto di questa riforma” sulla quale si possono fare “miglioramenti”. Come quello apportato ieri sera in Commissione cultura alla Camera, a firma Pd, nel quale si mitiga il potere dei presidi, uno dei punti più contestati del ddl.

La Camera dovrebbe licenziare entro il 19 maggio il test, che poi passerà all’esame del Senato. Oggi il presidente della Commissione Istruzione di Palazzo Madama, il dem Andrea Marcucci, ha reso noto che chiederà a Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo di essere auditi sulla riforma. “Vediamo se questa volta Cgil, Cisl ed Uil hanno realmente intenzione di fare proposte realiste e concrete” ha aggiunto il senatore del Pd. Spiegando poi, però, di aver preso questa decisione da tempo e “senza aver sentito nessuno del governo. Mi sembrava semplicemente una cosa giusta da fare e l’ho proposta”. Al momento comunque le posizioni restano molto distanti, con i sindacati che annunciano migliaia di manifestanti ai cortei di domani e prevedono adesioni massicce allo sciopero.

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