La scuola italiana è tra le migliori al mondo. Difficile a crederlo? Eppure, lo rivela l’Ocse – Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa; coi i suoi 57 paesi membri è la più vasta organizzazione regionale per la sicurezza – grazie ad uno studio internazionale che ha cercato di rispondere a una semplice, ma affatto scontata, domanda: come varia il gap tra studenti svantaggiati e avvantaggiati dopo il diploma, in termini di abilità in Lettura e Matematica?
Lo studio Osce
Nella pratica, gli esperti dell’Ocse hanno messo a punto un indice che confronta due differenti gruppi di persone in termini di performance in Lettura e Matematica. Il primo gruppo era composto da quindicenni di una quarantina di paesi e economie dei cinque continenti, che ogni tre anni partecipano all’indagine “Pisa” (Programme for International Student Assessment); il secondo gruppo, soggetti di 25/27 anni di età che partecipano all’indagine Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) sulle capacità in Lettura e Matematica degli adulti.
I risultati
I risultati hanno evidenziato un dato che non ha di certo stupito nessuno: dopo il diploma, le differenza di prestazione tra studenti avvantaggiati (vale a dire quelli con almeno un genitore laureato e con oltre 100 libri a casa) e svantaggiati (con meno libri e genitori con un livello di istruzione più basso) crescono in tutti e 20 i paesi oggetto dello studio. Ma la sorpresa è che la scuola italiana – come nessun altro Paese preso in esame – riesce a tenere abbastanza vicini i risultati degli studenti con opportunità di partenza molto diverse. Più e meglio – dunque – di quanto non accada all’estero!
L’analisi
“Emerge in modo abbastanza chiaro – commenta Francesca Borgonovi, che ha partecipato alla stesura del focus – il fatto che, dato l’allungamento della vita lavorativa e della fine della sicurezza di percorsi lineari della vita lavorativa, le competenze e soprattutto lo sviluppo delle competenze lungo la propria vita siano importantissime”. Nonostante i bei risultati della scuola italiana, “Il mondo del lavoro, la formazione professionale e l’università – conclude l’esperta Ocse – non sono in grado di alleviare le differenze tra classi sociali che emergono alla fine della scuola dell’obbligo, anzi tendono a rinforzarle”. Ma (almeno) in Italia meno che altrove.