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Realizzate le prime fibre ottiche ‘soffici’ per il cervello

Possibile svolta nel mondo della medicina. I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit), in collaborazione con l’università di Harvard sono riusciti a realizzare le prime fibre ottiche ‘soffici’ per il corpo umano. Fatte di idrogel, flessibili, elastiche e biocompatibili, permettono di usare la luce per stimolare le cellule, individuare i segni di una malattia o seguirne l’evoluzione.

L’optogenetica – l’utilizzo della luce per attivare e disattivare specifici neuroni del cervello – è una tecnica già nota da tempo. Tuttavia, ha rilevato Xuanhe Zhao, che ha coordinato il gruppo del Mit, “il cervello è come una ‘palla di gelatina’ e le fibre ottiche tradizionali, fatte di vetro, sono molto rigide e potrebbero danneggiare i suoi tessuti“. Se invece queste fibre sono flessibili e ‘soffici’ come il cervello, ha aggiunto, e “a lungo termine potrebbero fornire terapie più efficaci“.

“Le applicazioni possono essere di forte impatto“, ha aggiunto Zhao. Per esempio potrebbero essere impiantate negli arti di una persona con problemi al movimento di braccia o gambe, per monitorare i miglioramenti in seguito a una terapia. O potrebbero essere usate anche come sensori che si illuminano in risposta ai segni di una malattia. Questi sensori ottici, ha aggiunto Zhao, potrebbero essere utilizzati anche per “monitorare l’evoluzione di un tumore o di un’infiammazione“. La ricerca è stata descritta sulla rivista Advanced Materials.

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