Rapporto Ispra: “Biodiversità, un bene accerchiato ma la via di fuga è il monitoraggio”

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L’Italia è particolarmente ricca di biodiversità: soltanto la fauna italiana è stimata in oltre 58.000 specie. Una ricchezza che però è minacciata. Ad indicare una “via di fuga” ci pensa l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ha presentato ieri e mercoledì a Roma, le schede di tutte le specie e gli habitat italiani di interesse comunitario per seguirne lo stato e intervenire nel modo più efficace in modo da poter tutelare questa ricchezza con un monitoraggio dedicato. Si tratta di uno strumento operativo – spiega l’Ispra – per la redazione del quarto rapporto per il periodo 2013-2018.

“Agricoltura, alterazione e perdita degli habitat, introduzione di specie esotiche, inquinamento, cambiamenti climatici e sovrasfruttamento delle risorse: sono queste – si legge nel comunicato stampa – le principali minacce alla biodiversità, che è uno dei nostri beni più preziosi. Per seguirne lo stato e intervenire nel modo più efficace al fine di tutelare questa ricchezza, è necessario un attento monitoraggio delle specie e degli
habitat”.

“La tutela della biodiversità – prosegue il comunicato – richiede al nostro Paese un impegno tecnico-scientifico particolarmente gravoso, anche alla luce degli obblighi derivanti dalle norme comunitarie. In particolare, la Direttiva Habitat impone un’attenta analisi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat tutelati dalla norma, una costante valutazione dei trend delle diverse popolazioni e una verifica dei fattori di minaccia che ne influenzano le prospettive future. Valutazioni che prevedono una raccolta capillare e standardizzata di dati ambientali e complesse analisi, che determinano sfide tecniche non indifferenti”.

Il “4° Rapporto per il periodo 2013 – 2018”,  reso possibile dal contributo finanziario del Ministero dell’Ambiente. Complessivamente, sono state prodotte 489 specie di monitoraggio, relative alle specie animali e vegetali e agli habitat tutelati dalla Direttiva. Tutte le schede sono state elaborate da Ispra in coordinamento con Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province Autonome, e con il supporto dei maggiori esperti, afferenti alle principali Società Scientifiche Nazionali: Associazione Italiana Ittiologi delle Acque Dolci, Associazione Teriologica Italiana, Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia, Società Botanica Italiana, Società Italiana Scienza della Vegetazione, Societas Herpetologica Italica, Unione Zoologica Italiana.

Il lavoro è suddiviso in tre manuali tematici: specie vegetali, specie animali e habitat. Relativamente al primo tomo, il volume contiene 151 schede che descrivono sinteticamente tecniche e protocolli di monitoraggio per tutte le 215 specie animali di interesse comunitario presenti in Italia (62 invertebrati, 30 pesci d’acqua dolce, 71 anfibi e rettili e 52 mammiferi).

Il secondo tomo descrive tecniche e protocolli di monitoraggio per tutte le specie vegetali italiane di interesse comunitario (107 piante vascolari, 10 briofite, 1 lichene). “La conservazione della diversità vegetale – si legge ancora nel cominicato – è una garanzia di salvaguardia degli equilibri ecosistemici nel futuro e della sopravvivenza di batteri, funghi, animali e dell’uomo. Infatti, le piante stanno alla base del funzionamento degli ecosistemi e, nell’ottica di un continuo cambiamento climatico, geomorfologico e anche di uso del suolo da parte dell’uomo, solo il mantenimento della straordinaria varietà e variabilità delle specie oggi esistenti può rispondere alle sfide future. “Questo Manuale costituisce un ulteriore passo avanti, proponendo dati inediti e fornendo una nuova definizione, messa a punto a livello nazionale, di protocolli di monitoraggio dello stato di conservazione delle specie, in accordo con quanto richiesto dalla Direttiva Habitat”.

Il terzo e ultimo volume contiene 124 schede che descrivono sinteticamente tecniche e protocolli di monitoraggio per tutti i tipi di habitat naturali di interesse comunitario presenti in Italia (21 Habitat costieri e dune, 15 Habitat d’acqua dolce, 16 Arbusteti e macchie, 15 Formazioni erbose, 8 Torbiere e paludi, 10 Habitat rocciosi, 39 Habitat forestali). Il valore aggiunto di questo lavoro sta nella rete di dialogo e collaborazione tra i vari soggetti coinvolti, elemento essenziale affinché le competenze tecnicoscientifiche forniscano un reale supporto alle attività di monitoraggio e tutela delle specie e degli habitat. Se la biodiversità è “un bene accerchiato”, concludono dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’unica “via di fuga è il monitoraggio”.

Milena Castigli: