Un giallo – forse uno dei tanti che non verrà mai spiegato – aleggia sulla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Che cosa significa quel foglietto mostrato durante il filmato in cui era riportata soltanto una data e il giorno? C’è chi pensa si tratti di un messaggio cifrato tra rapitori e mediatori italiani. Una sorta di ultimo accordo prima della liberazione. Dopo il video del 31 dicembre infatti, i rapitori avrebbero inviato un altro filmato su “canali riservati”. Poi finalmente la liberazione. “Vi stiamo rilasciando”. Con queste parole uno dei carcerieri avrebbe annunciato alle due ragazze che il loro calvario stava per finire. Tre ore di viaggio in macchina bendate, poi sono state consegnate nelle mani dell’intelligence italiana. E finalmente, il tratto verso casa e l’abbraccio con i familiari.
Ma anche dalla Turchia arrivano dichiarazioni che creano e lasciano dubbi sulla reale evoluzione dei fatti. “Una mediazione turca ha portato alla liberazione da parte di al Nusra delle due cooperanti italiane. L’accordo per il rilascio è stato raggiunto lo scorso martedì”. È quanto si legge in un post pubblicato, sulla piattaforma Twitter, dal giornalista arabo Zaid Bejamin, appartenente all’emittente Radio Sawa. Si parla di tradimento, molto probabilmente le due ragazze sono state “vendute” da qualcuno che sapeva del loro arrivo, dei loro spostamenti.
Erano partite dall’Italia con la Ong Horryati (che in arabo significa libertà), un’organizzazione non governativa che si occupa di portare aiuti umanitari. Già erano state lungo il confine tra Siria e Turchia, lo avevano attraversato lo scorso anno illegalmente, visto che è molto difficile ottenere un visto per entrare in quel Paese così devastato dalla guerra civile. Ma pochi giorni dopo, il 31 luglio, sono scomparse da Abizmu, cittadina per metà sotto il controllo di Damasco e per l’altra occupata dall’esercito libero siriano.
Due ragazze scomparse nel nulla, le loro tracce si perderanno fino a quando il 31 dicembre, quando riappariranno in un brevissimo video. Vestite di nero, a capo coperto, con un foglio in mano dove c’è semplicemente scritto “17-12-14 WEDNESDAY”. In un filmato di appena 23 secondi Vanessa e Greta sono riapparse sotto gli occhi di tutto il mondo. “Supplichiamo il governo di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in pericolo. Il Governo è responsabile delle nostre vite”. Questo il messaggio che l’ultimo giorno del 2014 ha scosso l’intera Italia.
Poi, dopo due settimane, la loro liberazione, la gioia per il ritorno a casa. E le polemiche, le congetture su un ipotetico riscatto. Vanessa e Greta hanno dichiarato ai carabinieri del Ros di sapere “di essere state rapite per soldi”. Poco tempo alcuni miliziani jihadisti avevano commentato la “docilità” con cui alcuni stati occidentali – tra cui l’Italia – si piegavano al pagamento di un riscatto pur di riportare in patria i propri cittadini. Non ci sono fonti ufficiali italiane che confermano il pagamento di un riscatto, ma sia la tv di Dubai al Aan che il Guardian ipotizzano un pagamento di 12 milioni di euro.
Ipotesi che hanno scatenato un vero e proprio polverone tra i politici di turno, anche se il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha sempre smentito che ci sia stato il pagamento di un riscatto. “Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il Governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni sarebbe uno schifo”, ha dichiarato Salvini, leader della Lega. E ancora il vice presidente leghista del Senato Roberto Calderoli: “Sono molto felice per la liberazione di Greta e Vanessa, ma qualora fosse stato pagato un riscatto, quei soldi andrebbero a finanziare i sequestratori che ci sono dietro questi episodi e quindi a chi attenta alla nostra civiltà”.
“Mi sembra doveroso chiederci se un eventuale riscatto pagato a dei terroristi non sia una fonte di finanziamento per portare la morte in Europa e altrove. Il governo e il Ministro Gentiloni faranno bene a chiarire rapidamente la vicenda”, ha dichiarato invece Mariastella Gelmini. Nonostante tutte le polemiche, le ipotesi, le congetture le due ragazze sono dunque rientrate in Italia. Tutto è bene quel che finisce bene. Ma molto probabilmente la verità sul loro caso resterà “intrappolata” nei palazzi del potere per molto tempo, forse per sempre.