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Programma Alimentare Onu: per gli sfollati della Siria necessari 1,5 miliardi di dollari

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) ha chiesto 1,5 miliardi di dollari per poter sfamare nel 2015 gli oltre 6,5 milioni di sfollati della Siria e rifugiati dei Paesi limitrofi. “Siamo riusciti negli ultimi quattro anni ad evitare ai siriani più vulnerabili una crisi dovuta alla fame. Nel 2015 dovremo ancora impegnarci per evitare una crisi alimentare. Parallelamente dobbiamo costruire degli strumenti di resilienza per mettere in grado la popolazione di affrontare le molte sfide del futuro, senza dimenticare il sostegno che forniamo alle comunità ospitanti che hanno aperto le loro case per ricevere queste persone – spiega Muhannad Hadi, coordinatore dell’emergenza regionale WFP per la crisi siriana – Il Wfp lavorerà a fianco delle comunità ospitanti, dei partner delle organizzazioni non governative e delle altre agenzie per fare fronte alle necessità più vitali degli sfollati e dei rifugiati siriani”.

Infatti secondo le stime del programma, nel 2015 in Siria verranno distribuite razioni mensili di cibo a 4,25 milioni di persone. Molte di queste persone verranno inserite nel progetto “cibo in cambio di lavoro”. Con questa iniziativa si cerca di facilitare il ritorno alla normalità delle persone sfollate a causa della guerra, inoltre si fornirà loro anche una formazione professionale che possa essere utile anche in futuro. Il WFP prevede che con questa iniziativa verranno assistite circa 4,5 milioni di persone.

Inoltre i membri del Programma Alimentare collaboreranno con le organizzazioni umanitarie già presenti sul territorio: insieme all’Unicef si integreranno i programmi già esistenti di “No lost generation” e “Return to learning”, mentre con la Fao il WFP sarà impegnato nell’allestimento di orti familiari e allevamento di pollame. Ma non verrà valutato solo l’aspetto alimentare, infatti si prenderà in considerazione anche la scolarizzazione. Grazie all’ampliamento dei suoi progetti, il WFP prevede di raggiungere 500 mila studenti e aiutare 240 mila bambini, soprattutto nelle aree dove la malnutrizione acuta supera il tasso del 5%.

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