Intanto il presidente ha giocato tutte le carte possibili lanciandosi a capofitto in uno stucchevole populismo. Puntando specialmente al femminile, nella difesa dell’equiparazione degli stipendi delle donne a quelli degli uomini o nel condannare gli stupri che avvengono quotidianamente nei college. Come mai attende oggi per creare una task force quando da anni la destra espulsa dalle università si ribella e i campus sono più frequentati da pusher che da studenti? Tenta di sollevare il suo basso profilo presso l’opinione pubblica andando a cercare empatia presso la “green people”, mostrandosi sensibile al clima ambientale e preoccupato delle apocalittiche avvisaglie degli scienziati di mezzo pianeta che gridano al disastro imminente per i problemi climatici.
Convincerà lui, più dei suoi predecessori, indossando le vesti di Capitan America tutto attento e premuroso verso i problemi del paese? I problemi americani non si fanno distrarre o dimenticare solo perché l’uomo nero e il suo staff puntano i riflettori su temi generici; brilla e spicca sempre di più che la vera attenzione è sulle terre ricche di petrolio. Se davvero si volessero risolvere i problemi del paese non si butterebbero miliardi di dollari in navi spaziali nella speranza remota che un giorno si possa dire ai colleghi di ufficio di partire in vacanza su Marte invece che a Miami. Tutto questo spreco induce il pensiero che Marte è già qui su questa terra, quanto a stranezze.
Peter Maverick