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Pericolosamente vicino al “byebye”, Mr President

[cml_media_alt id='15406']obama2[/cml_media_alt]Recita così un proverbio popolare: appena comincia a ricordare il passato, l’uomo è già fregato. La gente dimentica le cose troppo velocemente, è vero ma è vero anche che quando una persona ha superato ogni limite, anche se non se ne rammentano tutti i dettagli e i motivi, sa che deve dire basta e su questo non torna indietro. Sul presidente Usa che si prepara alle prossime elezioni del Mid Term del 4 novembre, ricade una pesante sconfitta che lo vede come il peggiore presidente degli Stati Uniti di tutti i tempi. Troppi scandali, tanti da spingere il Congresso a non volerlo in campagna elettorale nel timore di ripercussioni negative. I risultati dei sondaggi promuovono i repubblicani, una metà che ha espresso totale disappunto per le misure repressive che Obama avrebbe attuato a tutela e risposta contro il terrorismo degli jihadisti.

Intanto il presidente ha giocato tutte le carte possibili lanciandosi a capofitto in uno stucchevole populismo. Puntando specialmente al femminile, nella difesa dell’equiparazione degli stipendi delle donne a quelli degli uomini  o nel condannare gli stupri che avvengono quotidianamente nei college. Come mai attende oggi per creare una task force quando da anni la destra espulsa dalle università si ribella e i campus sono più frequentati da pusher che da studenti? Tenta di sollevare il suo basso profilo presso l’opinione pubblica andando a cercare empatia presso la “green people”, mostrandosi sensibile al clima ambientale e preoccupato delle apocalittiche avvisaglie degli scienziati di mezzo pianeta che gridano al disastro imminente per i problemi climatici.

Convincerà lui, più dei suoi predecessori, indossando le vesti di Capitan America tutto attento e premuroso verso i problemi del paese? I problemi americani non si fanno distrarre o dimenticare solo perché l’uomo nero e il suo staff puntano i riflettori su temi generici; brilla e spicca sempre di più che la vera attenzione è sulle terre ricche di petrolio. Se davvero si volessero risolvere i problemi del paese non si butterebbero miliardi di dollari in navi spaziali nella speranza remota che un giorno si possa dire ai colleghi di ufficio di partire in vacanza su Marte invece che a Miami. Tutto questo spreco induce il pensiero che Marte è già qui su questa terra, quanto a stranezze.

Peter Maverick

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