āNo kidsā, āchildren freeā, āadult onlyā. Ć sovrabbondante (e rigorosamente anglofono) il repertorio verbale della stampa per descrivere i locali pubblici che vietano lāingresso ai bambini. Una tendenza, questa, che va diffondendosi a macchia dāolio tra ristoranti e alberghi, in Italia e non solo. Ma la discriminazione nei confronti dei piĆ¹ piccoli, anzichĆ© alzare polveroni sui media, viene sovente descritta come una colorita se non proprio raffinata scelta commerciale. Nulla a che vedere con le gogne mediatiche levate al cielo nei confronti dei b&b che negano ospitalitĆ a coppie omosessuali.
Il caso dell’albergatore “omofobo”
Ma andiamo con ordine. A fine luglio le attenzioni dellāopinione pubblica si sono rivolte verso la Calabria, nei pressi dellāarea balneare di Tropea. Riflettori puntanti non sulle spiagge piene di bagnanti, bensƬ sulla scelta politicamente molto scorretta del titolare di un affittacamere. āNon accettiamo gay e animaliā: cosƬ si ĆØ rivolto lāuomo nei confronti di una coppia di omosessuali napoletani che aveva scelto la struttura per trascorrere un fine settimana al mare.
Un messaggio epigrafico, inviato attraverso telefonino, che ha raggelato la coppia spingendola a cancellare la prenotazione e a denunciare lāepisodio allāArcigay. Di qui il passo verso la risonanza mediatica ĆØ stato breve; in poche ore lāondata di sdegno ha investito le pagine dei giornali e riempito la bocca e i profili Twitter di personaggi pubblici. Tutto questo mentre,Ā nel silenzio dei moralisti, lāalbergatore calabrese, inopinatamente balzato agli onori delle cronache nazionali, riceveva via internet minacce fisiche.
L’albergo che non accetta bambini
Nessuna minaccia, anzi largo consenso ha invece ricevuto un agriturismo situato tra le verdi e serene colline bolognesi. La struttura ĆØ stato oggetto delle attenzioni del Corriere della Sera, che giorni fa le ha dedicato un articolo per descrivere questa realtĆ āche ha fatto del relax imposto il suo punto di forzaā.
Per garantire agli ospiti quiete e silenzio, infatti, il titolare dellāagriturismo ha deciso di non ammettere nella stagione estiva bambini sotto i quattordici anni. Pertanto, tutte le richieste di famiglie con figli piccoli vengono automaticamente respinte.
Gli affari volano
Fitta ĆØ la ridda di critiche: su Tripadvisor e Facebook non si contano i commenti negativi di genitori interdetti dalla struttura. Eppure, malgrado ciĆ², gli affari sembrano dar ragione al titolare dellāagriturismo. In alta stagione si registra il tutto esaurito e la pubblicitĆ gratuita ricevuta dal Corriere della SeraĀ avrĆ sicuramente incrementato le prenotazioni.
Egli giustifica la scelta sostenendo che il posto ĆØ poco adatto per i piĆ¹ piccoli, in quanto erto di pericoli (le sedie sono in cristallo e i tavoli in marmo). Inoltre sottolinea che āin piscina non si puĆ² parlare ad alta voce, nĆ© correre, nĆ© gridare, nĆ© giocare a pallaā per assicurare agli ospiti che tuffi e pose sul lettino non siano accompagnati da urla e schiamazzi di vivaci pargoli.
Due pesi e due misure
Del resto, rimarca lāimprenditore bolognese, āsono io il proprietario e le regole le stabilisco io. LāEmilia Romagna ĆØ piena di posti piĆ¹ adatti ai bambiniā. Parole dure, che i guardiani del politicamente corretto non hanno perĆ² stigmatizzato. Viceversa, al suo collega calabrese che ha vietato lāingresso ai gay non ĆØ stato nemmeno dato modo di fiatare, su di lui si era giĆ abbattuta la scure censoria riservata ai cosiddetti āomofobiā.
Il due pesi e due misure dimostra che cāĆØ un fastidio verso determinati comportamenti che ĆØ socialmente ammesso, e un altro che viene invece bollato come riprovevole. Si puĆ² affermare in pubblico di detestare i bambini che urlano e scorrazzano, ma guai a rivolgere perplessitĆ verso lāesibizionismo affettivo di una coppia dello stesso sesso. Ć vero che non tutte le coppie omosessuali usano esibirsi in pubblico in atteggiamenti intimi, ma ĆØ altrettanto vero che non tutti i bambini disturbano lāacustica altrui o intralciano il passaggio correndo e giocando nei corridoi di ristoranti e alberghi.
Se viene concesso a un albergatore, per prevenire eventuali grane con altri ospiti, di non ammettere bambini, altrettanta benevolenza non ĆØ riservata a chi, per lo stesso principio, vieta lāingresso ai gay, anzi.Ā E questo lo diciamo – si precisa –Ā senza voler mancare di rispetto alle persone con tendenze omosessuali.