Papà, dad, papa,папа, 爸, أب, pai. Milioni di lingue e sola figura. La seconda che il nostro sguardo ha incrociato quando siamo nati. Il primo eroe; roccia nelle insicurezze, amico fidato nei dubbi, severo maestro quando rischiamo di cadere. Quello con il padre è un rapporto unico nel suo genere. Non è innato, viscerale, come quello con la madre ma si costruisce nel tempo, attraverso fasi alterne. Ci sono liti e rappacificazioni, conflittualità e unità d’intenti, assidui dialoghi e lunghi silenzi. Un complesso d’intricate relazioni umane fondamentali per la nostra crescita.
Secondo quanto scritto sulla rivista Medicitalia, la funzione paterna inizia nei primi mesi di vita come complemento attivo del rapporto madre-figlio. Successivamente un armonioso legame con il papà consente al bambino di identificarsi con esso e alla bambina di rafforzare la propria identità femminile. In età adulta, infine, il padre diventa figura chiave nella costruzione delle relazioni interpersonali extrafamiliari.
E tuttavia nella società attuale questo ruolo finisce spesso per essere sminuito. In Europa e negli Stati Uniti i papà hanno via via assunto una funzione marginale all’interno della famiglia, tanto che in molti negli anni passati hanno cominciato a parlare di “società senza padre”. Le legislazioni sul divorzio, ad esempio, finiscono per favorire le madri, con conseguente emarginazione dei papà. Le finalità di queste norme sarebbero altre ma il risultato è diverso e non tutela il diritto del figlio a relazionarsi con entrambi i genitori. Sempre stando a quanto scritto su Medicitalia, in America “una volta che il padre è stato estromesso dal nucleo familiare viene trattato come un fuorilegge: rischia l’arresto se tenta di incontrare o contattare i figli in luoghi pubblici senza autorizzazione, ed è soggetto a ogni tipo di investigazione in cui i figli vengono usati come informatori”. Uno schiaffo alla famiglia.
Lo stesso non avviene nelle aree geografiche in cui la società è ancora fortemente patriarcale. Nel mondo islamico, ad esempio, ci si avvicina molto alla figura del “pater familiae” della Roma antica. Nel diritto musulmano classico la posizione del padre era un potere assoluto nei confronti dei figli (come il pater familias romano). Man mano questa situazione è andata modificandosi e si sono riconosciuti alcuni diritti in più alla madre, pur restando un potere maschile dominante. Se, ad esempio, la madre è musulmana può occuparsi della cura dei figli sotto la direzione del papà fino alla maggiore età. Se si tratta di una donna non musulmana essa può curare l’educazione dei figli solo per i primi 5 anni. Il padre svolge, quindi, una funzione di tutela che per i maschi dura sino alla pubertà e per le figlie femmine sino al matrimonio consumato. In assenza del padre tale ruolo è svolto da un tutore, ovviamente di fede musulmana.
Esistono però realtà in cui questo rapporto è invertito. Nel villaggio di Loshui, situato nella provincia cinese di Yunnan, esiste una delle ultime comunità matriarcali. Qui l’uomo ha una finalità meramente riproduttiva. Non esistono matrimonio né vincolo di convivenza ed è praticato l’amore libero. Giunte alla pubertà le ragazze vengono sottoposte a un rito di iniziazione: chiuse in una stanza possono far entrare il maschio che preferiscono. La sua presenza è segnalata solo da un cappello apposto sulla porta. I figli vengono curati da madri, nonne e zii mentre la figura del padre non esiste. Anzi, come racconta Ricardo Core ne “Il regno delle donne. L’ultimo matriarcato”, è totalmente ininfluente sapere chi sia da un punto di vista biologico.
Società secolarizzata da una parte e antichi retaggi dall’altra non sono però in grado di sminuire del tutto la figura del papà, che per la maggior parte della popolazione mondiale continua a essere un punto di riferimento importante. Tanto da meritare un’apposita ricorrenza. In Italia si celebra il 19 marzo in ricordo di San Giuseppe, sposo di Maria e genitore putativo di Gesù. Ma nel resto del pianeta cade in giorni differenti. La leggenda vuole che la prima “Festa del papà” sia stata celebrata negli Usa e precisamente a Fairmont (West Virginia). In Danimarca e in Russia la festività ha un valore civile, nel primo Paese coincide infatti con il giorno della Costituzione, mentre nel secondo con quella dei difensori della patria. In Francia i figli sono soliti regalare una rosa rossa ai padri ancora vivi e una bianca a quelli che non ci sono più ma non possono essere dimenticati. I figli inglesi, in occasione del Father’s Day (previsto per la terza domenica di giugno) donano dolcetti e fiori ai papà. Stesso giorno anche in Argentina, Bahamas, Antigua e Barbuda, dove la “Festa del papà” si celebra saltando un falò. Quasi un omaggio a chi c’insegna ogni giorno il coraggio di essere uomini e donne.