Nemmeno il tempo di concludere gli esercizi spirituali che Papa Francesco torna subito a lanciare uno sguardo attento verso la popolazione siriana, profondamente colpita da un conflitto civile che l’ha messa duramente alla prova. Il 10 marzo, ad Ariccia, il Santo Padre ha celebrato una messa per la Siria e, successivamente (anche grazie alla collaborazione della Curia Romana), ha donato 100 mila euro ai cittadini poveri di Aleppo, il versamento dei quali verrà effettuato tramite l’Elemosineria apostolica attraverso la Custodia di Terra Santa. Un’attenzione sempre vigile quella di Papa Francesco verso la situazione della Siria, per la quale ha ripetutamente rivolto appelli sia alle parti in causa che alla comunità internazionale, per una maggiore presa di coscienza del dramma vissuto sotto i bombardamenti, specialmente nella città più popolosa.
Alla vicinanza spirituale e alla costante preghiera, il Pontefice ha quindi aggiunto un sostegno concreto, che possa in qualche modo contribuire ai tanti bisogni di uomini, donne e bambini privati di una casa, di cure mediche o, addirittura, di cibo per sostenersi. In questo contesto di sofferenza, nel quartiere di Hanano è stato aperto un centro di assistenza umanitaria gestito da Caritas Aleppo, creato durante una recente missione svolta proprio nella città. Peraltro, pur svolgendo i suoi esercizi spirituali nel silenzio, durante il convivio Papa Francesco ha ascoltato la lettura di alcune estratti del libro “Un istante prima dell’alba”, raccolta di cronache di guerra scritte da padre Ibrahim Alsabagh, parroco della città, che ben descrivono la tragedia siriana.
Secondo quanto riportato dal Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Abou Khazen (intervistato da Sir), il quale si è fatto portavoce della popolazione, ha sottolineato come, a oggi, la situazione in Siria resti estremamente critica, specialmente sul fronte sanitario, a causa dell’innalzamento dei prezzi dei medicinali, e lavorativo. Infatti, secondo il Vicario, i soldi della donazione potrebbero essere impiegati per risanare il settore dei servizi e creare nuovi posti di lavoro, oltre che per sopperire, per quanto possibile, alle immediate esigenze dei civili: “Il dono del Pontefice potrebbe essere impiegato per creare progetti per favorire l’occupazione. Se un padre di famiglia riesce a lavorare e a rimettere in sesto la sua casa, non lascerà Aleppo”.
Un gesto certamente importante, non solo volto a fornire un sostegno tangibile ma anche a dimostrare quella vicinanza necessaria a restituire almeno un barlume di speranza a persone costrette a vivere un dramma quotidiano. Come spiegato ancora a Sir da mons. Khazen, “sappiamo di essere parte di una grande famiglia che è la Chiesa di Cristo. Questo ci dona coraggio e speranza e la forza di sopportare tante cose”.