Padova, parte il progetto “Città gentile”

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Prendere coscienza delle esigenze del territorio e cercare di mescolare iniziative solidali con l’integrazione socio-culturale fra le varie fasce della popolazione: questo l’intento sul quale 30 studenti, frequentanti la facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, stanno lavorando, al fine di regalare uno scenario di città che esuli dalla consueta immagine che le si attribuisce, installando un nuovo modo di pensare il contesto urbano fatto di accoglienza, solidarietà e gentilezza. L’obiettivo, è presentare idee semplici ma innovative (come l’affissione di volantini riportanti buone azioni o gesti cortesi da praticare “a casaccio”) da inserire nella quotidianità della vita sociale diffondendo la cultura di una città aperta, per tutti, a misura non di uomo, ma di “persona”: un concetto che può sembrare simile ma che, in realtà, è necessario distinguere. Questo perché, al giorno d’oggi, riscontrare un atto cortese potrebbe risultare più complicato che in passato, non perché non vi sia la disponibilità a regalare un bel gesto nel corso delle nostre giornate, quanto piuttosto per un modo di vivere che, troppo alienante, spesso ce lo impedisce.

Ecco perché i 30 ragazzi, coordinati dal docente Massimo Santinello, hanno deciso di “ricalcolare” il modus operandi della nostra società, avviando una serie di iniziative, grandi e piccole, per invitare a una riflessione sul tema di “città gentile”, che è poi il nome dell’iniziativa. Tra gare di cucina, progetti rivolti a giovani e anziani, così come eventi interculturali che possano in qualche modo favorire la comprensione e la condivisione reciproca, ancor prima che l’integrazione, il percorso dei partecipanti vedrà la collaborazione del Centro servizi per il volontariato (Csv) di Padova.

Dall’esplorazione dei luoghi di vita nei quali, maggiormente, sono state riscontrate situazioni di criticità (come i quartieri Portello, Stanga e Arcella), all’applicazione di un nuovo concetto di relazione fra gli abitanti che non fosse quello della diffidenza e della discordia: questo il cammino effettuato dai partecipanti che, in tal modo, hanno potuto toccare con mano i tanti elementi dissonanti di alcune zone della loro città, dalla difficoltà di interrelazione fra abitanti di diverse etnie, alla scarsità di luoghi di incontro e di spazi di condivisione. E allora, puntando sul confronto con tali problematiche, e auspicandone una conseguente riduzione, gli studenti hanno orientato i loro sforzi, proponendo quelle occasioni di convivialità e socializzazione delle quali c’era davvero un gran bisogno.

 

Foto dalla pagina Facebook “Portello ai giovani”

Damiano Mattana: