In prossimità dell’incontro di Davos (Svizzera), dove politici, imprenditori ed economisti di livello mondiale si raduneranno dal 21 al 24 gennaio l’organizzazione non governativa Oxfam ha pubblicato uno studio dove si rende noto che nel 2016, il patrimonio accumulato dall’1% fra i più ricchi supererà quello posseduto dal 99% restante. L’ong britannica – una confederazione internazionale di 17 organizzazioni che lavorano in circa 100 Paesi in tutto il mondo per trovare soluzioni alla povertà e a ciò che considera come ingiustizia – mostra che dal 2009 al 2013, considerati anni di crisi, l’1% dei più ricchi ha accresciuto la sua ricchezza passando dal 44 al 48%, mentre nel 2015 raggiungerà il 50%.
Teorie che erano già state pronosticate dall’economista francese Thomas Piketty nel suo libro “Il capitale nel XXI secolo”. Il tomo pubblicato nel 2013, ha ottenuto grande successo in Francia e poi negli Stati Uniti, dove è diventato un bestseller. Nel suo libro Pikketty spiega come l’evoluzione della disuguaglianza dei redditi, della ricchezza e del rapporto capitale sul reddito, nei paesi sviluppati segua un andamento ad “U”, molto simile a quello della Bella Epoque. Secondo il rapporto – o forse meglio definirlo una denuncia – presentato dalla Ong, si sta assistendo ad “un’esplosione dell’ineguaglianza”.
Inoltre l’Ong, non si limita solo a evidenziare il fenomeno, ma suggerisce anche una via d’uscita: la lotta all’evasione fiscale, la gratuità dei servizi pubblici, nuove forme di tassazione che favoriscano il lavoro piuttosto che il capitale, salari minimi e sussidi. Sono queste le nuove riforme in campo economico che dovrebbero essere attuate da ogni Paese, garantendo così la lotta alla povertà più estrema.
“La scala dell’ineguaglianza globale è semplicemente sconcertante – ha dichiarato Winnie Byanima, direttrice generale dell’Oxfam – e malgrado il tema sia balzato in primo piano sull’agenda globale, il divario tra i più ricchi ed il resto si sta allargando rapidamente”.