Gravi problemi di discriminazione e sfruttamento per i lavoratori immigrati in Corea del Sud: è la denuncia del responsabile speciale dell’Onu per il razzismo, Mutuma Ruteere, che ha spiegato come i ministri con cui voleva discutere il problema non abbiano dato la propria disponibilità ad incontrarlo.
Secondo Ruteree i lavoratori di altri paesi subirebbero ogni giorni violenze e abusi di ogni tipo: stessa sorte per le donne con cui sono sposati, anche se coreane. Secondo il responsabile Onu, le autorità sudcoreane dovrebbero impegnarsi per migliorare l’accoglienza scolastica e la normativa sul lavoro. Anche perché, spiega il diplomatico, il numero degli immigrati è destinato a crescere.
La Corea del Sud è uno dei paesi più omogenei dell’area, dal punto di vista etnico: i lavoratori stranieri arrivano in gran parte dalla Cina e dai Paesi del Sud-est asiatico. Ma tra il 2006 e il 2013, il numero degli immigrati nel Paese è triplicato, passando da mezzo milione a oltre 1,45 milioni, circa il 3% della popolazione.
Ruteree ha spiegano, inoltre, che l’uso dei media di stereotipi razzisti per identificare gli stranieri ha una forte influenza sul Paese: auspica infatti che seri provvedimenti legislativi vengano presi per rimediare al problema e sensibilizzare gli organi di informazione, aggiungendo che il suo rapporto sarà trasmesso nel 2015 al Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu.