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Online la prima mappa dello sviluppo del cervello umano

E’ online la prima mappa dello sviluppo del cervello umano. Liberamente accessibile ai ricercatori di tutto il mondo, mostra i cambiamenti che avvengono nel cervello e nelle connessioni nervose durante la gravidanza e dopo la nascita.

Risonanza magnetica nucleare su neonati

Le immagini sono state ottenute grazie a un tecnica non invasiva come la una risonanza magnetica nucleare, adattata per osservare in alta risoluzione il cervello di neonati e feti, superando problemi come il movimento dei bambini, le piccole dimensioni e la difficoltà di mantenerli al sicuro durante l’esame.

Il risultato permetterà di comprendere come si sviluppano malattie quali l’autismo, o i problemi che durante la gravidanza possono danneggiare la crescita del cervello. “Grazie a questo progetto – commenta David Edwards coordinatore del progetto Developing Human Connectome (Dhc) – si avrà la prima mappa dello sviluppo delle connessioni cerebrali e di come queste non funzionano nelle malattie”.

Il progetto Dhc

Realizzata grazie ad un finanziamento di 15 milioni di euro del Consiglio Europeo della Ricerca (Erc), la mappa è l’ultimo risultato ottenuto dal progetto Dhc, condotto da tre distinte università britanniche in stretta collaborazione: la Imperial College e il King’s College di Londra e l’università di Oxford.

Ulteriori progressi

Lo scorso settembre, Ed Lein e colleghi dell’Allen Institut for Brain Science a Seattle avevano annunciato la creazione del primo atlante digitale generale del cervello umano ad accesso pubblico.

Uno studio appena pubblicato su Nature Genetics da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dalla Vrije Universiteit di Amsterdam, ha individuato 40 nuovi geni legati all’intelligenza: “Sono coinvolti nella regolazione dello sviluppo delle cellule – precisa la genetista – e sono importanti nello specifico per il differenziamento dei neuroni, la formazione delle loro connessioni e per l’indirizzamento dei loro prolungamenti chiamati assoni. Questa scoperta – conclude – fornisce per la prima volta chiare indicazioni riguardo ai meccanismi biologici che stanno alla base dell’intelligenza”. Fonte: Ansa

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