Oggi è la Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi, evento nato nel 1983 per ricordare la scomparsa del piccolo Ethan Patz, rapito a New York il 25 maggio 1979 e per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno odioso che tocca drammaticamente tutti i Paesi del mondo: secondo stime recenti, almeno 8 milioni di bambini scompaiono ogni anno, vale a dire 22.000 minori al giorno.
Una piaga che non risparmia neppure l’Italia. Secondo i dati del Viminale, ogni anno nel Belpaese spariscono migliaia di persone di ogni età; di queste, circa 3 mila sono minori. A tale somma vanno aggiunti i minori stranieri non accompagnati che, giunti clandestinamente in Italia, vengono affidati ai centri di accoglienza. Fino ad oggi, sono quasi 4000 i minori stranieri non accompagnati che sono fuggiti dai centri per raggiungere ignote destinazioni del nord Europa.
La Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi venne istituita dal Presidente americano Ronald Regan sulla scia della sparizione del piccolo Ethan, 6 anni appena, avvenuta nella moderna e apparentemente sicura Manhattan proprio sotto casa. Il bimbo si stava recando alla fermata del bus per andare a scuola quando svanì nel nulla. Nessuno sembrò notare quel piccolo vestito di blu con lo zainetto sulle spalle. La notizia gettò nel panico la Grande Mela che riteneva impossibili certi crimini nei quartieri ricchi della città. Vennero sguinzagliate tutte le migliori forze di polizia dello Stato e coinvolta anche l’FBI, ma di Ethan nessuna traccia.
Per trentatré lunghi anni non si seppe nulla del bel bimbo dai capelli biondi tagliati a caschetto, le cui foto di riconoscimento vennero stampate per la prima volta sui cartoni del latte, creando un precedente per i futuri “missing children”. Solo nel 2012 venne arrestato un uomo, Pedro Hernandez, che nel 1979 lavorava in un negozio sulla strada dove era sparito Ethan. L’uomo confessò di aver attirato Ethan nel negozio con una caramella e, dopo averlo strangolato, di averne fatto a pezzi il cadavere e di averlo nascosto in una scatola. Ma, ironia della sorte, la giuria – riunitasi nel marzo scorso – non ha trovato un verdetto unanime sulla sua colpevolezza costringendo il giudice ad annullare il processo.
La storia di Ethan è solo una delle tantissime che riguardano la scomparsa di minori. Le vicende di questi bimbi non sempre finiscono tragicamente; la maggioranza viene ritrovata o torna spontaneamente a casa dopo un allontanamento volontario. Di molti altri, però, anche a distanza di decenni non se ne hanno più traccia, lasciando nello sconforto e nel dolore i familiari intrappolati in un limbo di perenne attesa. Una vita congelata nella speranza che la prossima telefonata non porti la notizia funesta tanto temuta.