Durante la scorsa estate si sono registrate le più elevate temperature di sempre degli oceani. Il riscaldamento delle acque marine ha superato il record 1998 de “El Niño”, ha spiegato Axel Timmermann, scienziato del clima e professore,che studia la variabilità del sistema climatico globale presso il Centro Internazionale di Ricerca del Pacifico, Università delle Hawaii a Manoa.
Tra il 2000 e il 2013, infatti, la temperatura globale degli oceani aveva interrotto la propria crescita, nonostante l’aumento dei gas serra. Questo periodo, denominato Global Warming Hiatus, ha sollevato molto interesse pubblico e scientifico. Secondo l’analisi di Tiemmermann, dall’aprile 2014 il clima ha subito un nuovo riscaldamento. Questi fenomeni sono legati in particolare all’Oceano Pacifico settentrionale che ha raggiunto temperature elevatissime modificando i percorsi degli uragani e indebolendo gli alisei, i venti che soffiano tutto l’anno verso l’equatore.
Lo scienziato descrive così gli eventi che hanno favorito questo processo: le temperature del mare in superficie hanno iniziato ad aumentare insolitamente e velocemente nel Pacifico settentrionale già nel mese di gennaio 2014. Tra aprile e maggio i venti occidentali hanno spinto una grande quantità di acqua calda che di solito si trovano nel pacifico occidentale verso le zone più ad est. Queste correnti di acqua calda si sono diffuse nella costa nord americana del Pacifico, rilasciando nell’atmosfera una enorme quantità di calore. Secondo il parere del ricercatore è questo aumento delle temperature dell’acqua che ha contribuito a raggiungere livelli record anche nelle concentrazioni di gas serra e la debolezza dei venti alisei, che di solito raffreddano la temperatura delle acque.