Quella che sta vivendo il nostro Pianeta è una vera urgenza, secondo i 120 leader mondiali che si sono riuniti ieri al Palazzo di Vetro di New York. E secondo il presidente deli Stati Uniti, noi “siamo la prima generazione a sentire tutta la gravità di questo problema e l’ultima in tempo ad agire”. Gli appelli che sono stati lanciati in questi giorni sono numerosi, più significativi che mai: la società civile ha manifestato nei giorni scorsi in tutte le maggiori piazze del mondo, fondazioni storiche come quella del fratelli Rockfeller hanno annunciato diretta collaborazione per la riduzione delle emissioni di Co2 nei prossimi anni e l’assemblea Onu, alla fine dell’incontro, ha posto in calendario il rilancio di una serie di impegni. Innanzitutto, nel 2015 sarà siglato a Parigi un accordo universale sul clima per limitare l’aumento della temperatura globale a meno di 2 gradi centigradi, mentre istituzioni finanziare e settore privato hanno confermato il proprio impegno contro il cambiamento climatico. Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, “dobbiamo soddisfare l’obiettivo dei 100[spazio]miliardi di dollari all’anno preso a Copenaghen, e dobbiamo tassare chi inquina”. Matteo Renzi, in risposta, ha affermato che “i nostri figli si attendono che il prossimo anno, a Parigi, si raggiungano accordi vincolanti e globali”.
L’inquilino della Casa Bianca ha annunciato come negli ultimi otto anni gli Usa abbiano ridotto le emissioni di anidride carbonica più di ogni altra nazione, e a gran voce, sperando in una collaborazione, ha lanciato un monito al vice-premier cinese Zhang Gaolie: “Abbiamo una speciale responsabilità di guida, perché questo è il dovere dei grandi Paesi”.
Obama alla Cina: uniti nella lotta sul clima
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