Nel 1840 i capi maori sottoscrivevano un trattato secondo il quale la Nuova Zelanda sarebbe diventata colonia inglese. Una sentenza però ha stabilito che i capi tribù in realtà non accettarono di cedere la sovranità. Ad occuparsene un ente giudiziario specializzato che ha il compito di esaminare le rivendicazioni autoctone riguardanti i diritti dei Maori previsti dal trattato, che fu firmato da rappresentanti della Corona britannica e da più di 500 leader maori nella Bay of Islands.
Il tribunale di Waitangi, ha rilasciato il rapporto di un’inchiesta sulle rivendicazioni legate al trattato stesso. Sostiene che la Gran Bretagna venne ai negoziati con l’intenzione di acquisire la sovranità, ma non lo spiegò ai leader maori, che invece concordarono di condividere il potere e l’autorità. Il tribunale ha accettato l’istanza della locale tribù Ngapuhi e di altre tribù, riconoscendo che i capi maori firmando non cedettero l’autorità di introdurre e di far rispettare leggi sulla propria gente e sul proprio territorio. “Avendo considerato tutte le evidenze disponibili, è inevitabile la conclusione che i maori non cedettero la sovranità nel febbraio 1840″, dichiara il rapporto. Il ministro della Giustizia Chris Finlayson ha tuttavia affermato che questo documento ” non incide sulla sovranità che la Corona ha sulla Nuova Zelanda.