“Numeri Pari”, nasce a Roma una nuova rete contro le disuguaglianze sociali

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Nasce a Roma “Numeri pari“, una nuova rete sociale promossa da diverse associazioni quali Libera, Gruppo Abele, Cnca e Rete della Conoscenza. L’obiettivo di questa rete è il raggiungimento della giustizia sociale e la difesa dei beni comuni. Il nome dell’associazione deriva da alcuni dati:  4 milioni di persone in povertà assoluta in Italia , 1/3 della popolazione in difficoltà, 17,6% la dispersione scolastica, 350.000 famiglie sfrattate. Numeri che designano un quadro critico di fronte al quale non si può certo rimanere indifferenti. Come ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e Gruppo Abele, “‘Numeri pari’ deve nascere non solo dal basso ma anche dal dentro per portare un cambiamento e pari opportunità attraverso cooperazione sociale, antimafia, reti studentesche e mutualismo sociale“.

Don Armando Zappolini, presidente del Cnca, ha ricordato che questa nuova rete nasce “come reazione a questa ormai inaccettabile dimensione della povertà e disuguaglianza nel Paese e come questo sia sottovalutato, sottostimato, non solo dalla politica e questo la rende colpevole ma è sottovalutata anche nella gente. Ormai ci siamo assuefatti a tutto. Questo non può essere normale! Dobbiamo cominciare a dire: perché non ricreiamo una coscienza collettiva più forte? Di attivare proprio una solidarietà di territorio perché ci sono tante esperienze che si sono partite nel Paese che magari non sono visibili”.

“Un’Europa che spende miliardi per le banche e spiccioli per i poveri – aggiunge -, che spende per le armi e non per la cooperazione, che mette le navi da guerra e non fa interventi di sviluppo nel Terzo mondo, chiaramente, è una cosa che noi non possiamo accettare. Non vogliamo diventare un alibi di beneficenza e assistenza a una politica che non fa le cose: vogliamo attivare tante energie dal basso che scuotano e anticipino un intervento poi anche pubblico”.

Tra le associazioni che aderiscono a “Numeri pari” anche Baobab Experience. Viola De Andrade Piroli, una volontaria, ha sottolineato come “Roma sia una delle poche capitali europee che non ha un vero e proprio sistema di accoglienza e che basa tutto sull’onda dell’emergenza“. Baobab Experience, nata proprio per cercare di colmare un vuoto della politica”. Sono i cittadini, infatti, che si sono organizzati con donazioni, attività, con la propria presenza. “Quando è nata esisteva un centro nel quale ci siamo appoggiati – aggiunge Viola -, che era l’ex Centro Baobab: da qui il nome ‘Baobab Experience’. Il centro è stato poi sgombrato e chiuso. Il Baobab Experience si rivolge a tutti i migranti in arrivo a Roma, in molti di più rispetto agli anni passati provano a chiedere asilo politico in Italia, perché vogliono rimanere qui, soprattutto i minorenni”.

Un movimento, dunque, che promuove il coordinamento di strutture già esistenti a livello locale per garantire orizzontalità nel combattere le disuguaglianze e la povertà. Tema che anche Papa Francesco nei suoi numerosi appelli ha più volte sottolineato indicando l’urgenza di una ecologia integrale. “Come disse tempo fa il grandissimo comico Roberto Benigni uno dei compiti di Papa Francesco è riportare la Chiesa al cristianesimo – ha ricordato don Armando Zampolini -. Bisogna far capire che parlare di sistema economico è Vangelo, parlare di giustizia sociale è Vangelo, parlare di lotta alla povertà e all’ingiustizia è Vangelo. Questa è la grande sfida! E veramente chi di noi vive questo all’interno di “Numeri pari”, questa visione e partecipazione alla vita cristiana, sente anche l’urgenza di contaminare con queste cose le comunità ecclesiali”.

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