Anche se la lista è segreta e i nomi dei vari candidati al premio Nobel per la pace restano confidenziali per 50 anni, già alcuni “papabili” per la prestigiosa onorificenza sono diventati pubblici. Infatti, le persone addette a depositare le candidature, dono liberi di diffondere i nomi proposti. Anche Papa Francesco quest’anno è tra la rosa dei nomi proposti, non c’è più Putin come lo scorso anno, ma pensando ad un premio Nobel per la pace che allarghi i suoi orizzonti verso la libertà di espressione ecco che tra i candidati appare il nome di Flemming Rose. Si tratta di giornalista che, per primo, nel 2005 pubblicò una caricatura su Maometto sul quotidiano Jyllands –Posten.
“Quest’anno vorremmo che le candidature riflettano gli avvenimenti che hanno dominato l’attualita’ negli scorsi mesi”, ha affermato Olav Njoelstad, nuovo direttore dell’Istituto Nobel e segretario del comitato incaricati del comitato di attribuire il riconoscimento. È stato il deputato norvegese Michael Tetzschner che ha promosso la candidatura di Flemming Rose, ricordando che già dieci anni prima della tragedia di Charli Hebdo, le vignette del giornalista danese avevano provocato manifestazioni e il giornale Jyllands –Posten è da circa un decennio sotto la pressante minaccia del mondo islamico.
Tra gli altri candidati al Premio Nobel per la pace c’è anche il blogger saudita Raif Badawi, condannato a mille frustate, a 10 anni di prigione, al pagamento di una multa di circa 200 mila euro e al divieto di impegnarsi in qualsiasi attività che fosse legata ai media, e il tutto per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione. Il suo nome è stato proposto dalla deputata norvegese Karin andersen la quale ha nominato anche l’avvocato e militante dei diritti umani Walid Aboul Khair, anche lui imprigionato in Arabia Saudita come il blogger Badawi. Il nome di Edward Snowden è stato proposto dalla deputata norvegese Marit Arnstad, che ha anche candidato la talpa del “Pentagons Papers”, l’ex militare statunitense Daniel Ellsberg, l’uomo che nel 1971 fornì al New York Times le carte segrete sulla portata del coinvolgimento americano in Vietnam e in tutto il sud-est asiatico. Inoltre in lizza per il Nobel ci sono anche il medico e attivista congolese Denis Mukwege, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi e l’ex presidente Moncef Marzouki. Nella lista anche il filosofo statunitense Gene Sharp e don Mussie Zerai, sacerdote eritreo che con l’associazione Habeshia si occupa dei clandestini africani.