Case saccheggiate o date alle fiamme, bambini costretti a ripararsi in tende o piccoli rifugi creati con la paglia. Il conflitto nel nord-est della Nigeria continua ad affliggere la regione di Diffa. Nel corso delle ultime settimane, sono migliaia le persone arrivate in cerca di un rifugio, per paura di attacchi dei ribelli o ritorsioni delle forze armate.
“Questo è il più grande movimento di popolazione che abbiamo visto negli ultimi mesi”, ha detto Loukas Petridis, capo della delegazione della Croce Rossa Internazionale in Niger. Gli sfollati, soprattutto donne e bambini, sono arrivati da Bama, Baga, Doron Baga e Kaya Koura, dove recentemente si sono svolti gli scontri. “Hanno perso tutto e sono totalmente dipendenti dalla volontà delle comunità di aiutarli e dal sostegno delle organizzazioni umanitarie”, ha spiegato Petridis.
Per rispondere ai bisogni urgenti, il Cicr e la Croce Rossa del Niger hanno appena portato cibo a più di 2.000 persone. E ancora, a 203 famiglie sono state consegnate coperte, teli, materassini, vestiti e utensili da cucina.
Ma la situazione è difficile anche sulle isole nel lago Ciad, dove molti sfollati hanno trovato rifugio. Lì infatti la popolazione è aumentata dieci volte, mentre l’acqua potabile inizia a scarseggiare e l’assistenza sanitaria è ormai insufficiente. Dallo scorso maggio, il Cicr e la Croce Rossa del Niger hanno portato cibo ad oltre 3.500 persone. E anche a nella città di N’gouba, a 80 km dal Diffa, è stato rifornito un pozzo in grado di distribuire acqua per circa 12.000 persone.