L’allarme arriva da Scott Stringer, il controllore delle finanze del Comune di New York. Nei tribunali della città, soprattutto quelli che gestiscono le cause relative alle dispute sugli affitti, è necessario aumentare e potenziare il servizio di interpreti e traduttori. Potrebbe sembrare banale, ma a causa della sempre crescente immigrazione nel Paese la comunicazione diventa difficile. Infatti circa il 40% degli abitanti è nato all’estero, e il 49% non parla inglese in casa.
Nonostante la Grande Mela da sempre sia considerata un “calderone” multiculturale, i dati raccolti dal Census Bureau e dal Mayor’s office of Immigrant Affairs lasciano di stucco. In totale la città ospita 8 milioni di abitanti e il 37% di loro è nato all’estero. Se si considera che nel 1970 questo dato corrispondeva a solo il 18%, si nota come in quaranta anni sia raddoppiato, inoltre gli ultimi dati ufficiali risalgono al 2010 e sono esclusi gli immigrati illegali, quindi sembra molto probabile l’ipotesi che gli abitanti di New York nati all’estero siano già più di quelli originari della città. Gli immigrati provengono soprattutto da Repubblica Dominicana, Cina, Messico, Guyana, Ecuador, Haiti, Trinidad, India e Russia.
Il primo dei Paesi Europei da cui partono gli immigrati verso gli Stati Uniti, è l’Italia seguito dalla Gran Bretagna. Inoltre i cittadini che a casa parlano inglese sono scesi al 51% del totale, ossia circa 3.889.000, mentre quelli che usano un altro idioma sono saliti al 49%. Le autorità della Grande Mela hanno calcolato che un quarto della popolazione della città non sa l’inglese, di questi il 50,4% parla solo spagnolo, il 16,5% il cinese, il 6,3% il russo. L’italiano è al sesto posto, prima si trovano il francese, il creolo e il coreano.