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Net neutrality, il giro di vite su internet parte dagli Usa

Tom Wheele, Presidente della Federal Communications Commission (Fcc), la Commissione federale delle comunicazioni degli Stati Uniti, chiederà al Congresso di modificare la normativa sulle comunicazioni (Communications Act), al fine di regolare internet e classificare la disponibilità del servizio alla stregua di una public utility e dunque un servizio da considerare essenziale per la collettività. Conseguentemente alla “net neutrality” i provider di servizi internet a banda larga che oggi operano in un regime di sostanziale autoregolamentazione dovranno d’ora in poi essere disciplinati, affinché non possano più offrire alle aziende una banda larga più veloce a prezzi maggiori.

Lo ha dichiarato lo stesso Wheeler in un intervento esclusivo sul sito Wired, aggiungendo che per la prima volta applicherà regole “nette e precise” anche per i servizi mobili. Tuttavia la Fcc non cercherà di regolare i prezzi e tenterà di modernizzare le regole in modo da garantire investimenti e libera concorrenza. “Internet deve essere veloce, aperto, equo”, scrive Wheeler. “E’ questo il messaggio che mi arriva da consumatori e innovatori in tutta la nazione. Questo è il principio che ha permesso a Internet di diventare una piattaforma unica per l’innovazione e l’espressione delle persone”, ha chiarito.

Di diversa opinione il quotidiano statunitense Wall Street Journal che denuncia “la conquista di internet da parte di Washington” e del suo direttore, Tom Wheeler, colpevole – stando al giornale – di aver archiviato l’autonomia dell’organismo da lui presieduto e di apprestarsi a “demolire una politica di non intromissione che per due decenni ha fatto della rete il gioiello della comunicazione e del commercio su scala mondiale”. La proposta presentata, conclude il W.S.J., rappresenta “uno slittamento monumentale dalla libertà di mercato al controllo governativo che sarà la tomba dell’innovazione statunitense”.

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