Dopo due mesi sono praticamente definitive le terribili cifre del terremoto che ha devastato il Nepal e ha colpito i Paesi limitrofi: 8.700 morti, oltre 20.000 feriti, 8 milioni le persone colpite, oltre 2,8 milioni le persone che richiedono assistenza umanitaria, 500.000 le case crollate. Il ricovero rimane il bisogno essenziale e prioritario, dato che l’arrivo dei monsoni rende ancora più urgente la necessità di ripari d’urgenza adeguati.
Per sostenere la popolazione la Banca mondiale ha approvato lo stanziamento di due prestiti, per un totale di 300 milioni di dollari per la ricostruzione post-sisma delle aree rurali. Le tranche di denaro, approvate dal Consiglio di amministrazione dell’istituto, serviranno inoltre a fornire un’iniezione di liquidità al bilancio del governo, per aiutare il Paese a rimettersi in piedi. I fondi, si legge in un comunicato, fanno parte di un pacchetto da mezzo miliardo di dollari promessi la scorsa settimana dalla Banca mondiale nella Conferenza dei donatori di Kathmandu.
Ma sono molte altre le iniziative di beneficenza che si sono attivate per sostenere il Paese: ad esempio Caritas Nepal, impegnata sin da subito nel soccorso e nell’assistenza alla popolazione, ha raggiunto sino ad ora oltre 196.000 persone con interventi per oltre 10 milioni di euro. A causa della straordinaria gravità di questo sisma, dopo lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell’otto per mille disposto dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana subito dopo il sisma, la stessa CEI a nome dei Vescovi italiani, ha indetto una colletta nazionale, che si è svolta in tutte le chiese italiane domenica 17 maggio 2015, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti.
Anche l’Arcidiocesi di Agrigento per tramite della Caritas diocesana ha partecipato alla colletta e sono stati raccolti dalle parrocchie della diocesi che hanno risposto all’appello € 17.084,29 a cui è stata aggiunta un’integrazione della Caritas diocesana per arrivare alla somma complessiva di € 20.000,00