A tre mesi dal terribile terremoto che ha messo in ginocchio il Nepal, crescono i timori per la sicurezza delle donne nel Paese. Lo denuncia un’indagine condotta da Oxfam – una delle più importanti confederazioni internazionali del mondo specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo – effettuata nel distretto di Dhading, nella parte centrale del Paese, secondo la quale sono sempre di più le donne e le adolescenti che hanno paura di subire abusi fisici e sessuali per la mancanza di privacy e sicurezza.
Moltissime sono infatti costrette a vivere in rifugi temporanei sovraffollati, dove spesso gli accolti sono costretti in una condizione di promiscuità. Le toilette comuni e le aree prive di luce elettrica sono considerate i posti più insicuri. Inoltre, nei distretti più colpiti, molte famiglie sono ancora costrette a vivere all’aperto sotto teloni o in strutture fatte di lamiera. Si calcola infatti che il terremoto abbia provocato la distruzione di 507 mila case e il danneggiamento di altre 282 mila.
A questo quadro già di per sé drammatico, si aggiungono inoltre le difficoltà di accesso a servizi sanitari e acqua potabile che stanno incrementando i rischi per la salute, soprattutto per le ragazze incinta. Una situazione che si fa sempre più preoccupante per le donne rimaste sole, spesso vedove o divorziate che, non avendo più alcun legame all’interno delle proprie comunità, non riescono da sole a ricostruirsi dei rifugi permanenti e soprattutto indipendenti. Si stima che ci siano 318.000 famiglie guidate da donne sole nei 13 distretti maggiormente colpiti del Nepal.
“Questa situazione rischia di aggravare il trauma che ha subito la popolazione nepalese con le due terrificanti scosse di terremoto che hanno sconvolto il paese – afferma Riccardo Sansone, responsabile per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Le donne in Nepal hanno sempre più paura di rimanere vittime di abusi fisici rimanendo all’interno dei rifugi temporanei. La loro sicurezza deve essere una priorità per il governo e le associazioni umanitarie”.
Per questo motivo Oxfam ha organizzato 21 focus group nei distretti di Dhading e Gorkha, che hanno coinvolto quasi 600 donne, per garantire che i loro bisogni siano ascoltati e posti al centro della risposta umanitaria post-terremoto. Ha distribuito inoltre kit igienici per il gentil sesso, installato toilette femminili e realizzato trasmissioni radiofoniche per dare consigli sull’igiene personale ed evitare così il rischio di diffusione di malattie. Con il supporto di Oxfam si stanno inoltre costruendo centri in otto villaggi situati in tre diversi distretti, per dare supporto psicologico e assistenza legale. Stanno inoltre distribuendo materiale medico e altri servizi essenziali, aiutando così le donne ad accedere ai servizi di cash-for-work e ai programmi per la ripresa e la ricostruzione.