Solo pochi giorni fa migliaia di occhi erano puntati verso il cielo per osservare, pieni di stupore, l’eclissi totale di Sole; oggi l’Agenzia Spaziale Europea, è al lavoro per dar vita un’eclissi artificiale con le stesse caratteristiche di quella reale. A realizzarla sarà la missione denominata “Proba 3“, in programma nel 2020. Il suo obiettivo, spiega Andrei Zhukov, dell’Osservatorio Reale del Belgio, è quello di riprodurre quanto più possibile le condizioni di un’eclissi solare totale”.
Due satelliti
Proba 3 prevede il lancio due satelliti: uno grande quanto un frigorifero e uno più piccolo. Le due apparecchiature voleranno a 150 metri l’uno dall’altro, percorrendo in 19,6 ore un’orbita molto ellittica intorno alla Terra, durante la quale raggiungerà la massima e la minima distanza dal nostro pianeta (rispettivamente di 60.530 e 600 chilometri). Durante il viaggio intergalattico, i due satelliti riprodurranno un’eclissi totale artificiale che durerà ben sei ore. L’idea di fondo, riporta l’Ansa, è quella di portare il satellite più piccolo tra il Sole e il campo visivo degli strumenti montati sul veicolo spaziale più grande, in modo da bloccare la luce del Sole e rivelare solo il bagliore della parte più esterna dell’atmosfera della nostra stella, cioè la corona.
Lo studio della corona solare
La corona solare, infatti, suscita grande interesse nella comunità scientifica perché è la fonte della corrente di particelle emessa dal Sole (il così detto vento solare) che permea tutto il Sistema Solare, e di fenomeni fisici che possono avere un impatto anche sulla Terra. Ad esempio, dallo studio della corona si può verificare l’espulsione di bolle di plasma che possono raggiungere il nostro pianeta e generare tempeste magnetiche, che a loro volta possono causare problemi ai satelliti e alle comunicazioni radio. Questa osservazione, dunque, è molto importante per comprendere al meglio questi fenomeni. Ma per farlo è necessaria l’eclissi: la luna, coprendo il disco solare, blocca la luce della nostra stella mostrando solo la parte più esterna dell’atmosfera solare.
La necessità di un’eclissi artificiale
Tuttavia, poiché le eclissi totali non sono frequenti, i fisici solari e gli astronomi utilizzano particolari telescopi chiamati coronografi, che bloccano la luce diretta del Sole e mostrano solo la corona. Questi strumenti sono usati sia a terra, sia nello spazio, come sul satellite Soho di Esa e Nasa, ma ancora non riescono a riprodurre le condizioni di una eclissi totale reale. “In generale, più lunga è la distanza tra un osservatore o una telecamera e l’oggetto che oscura il Sole, meglio è il risultato – conclude Zhukov -. In questo caso, i due satelliti di Proba 3 promettono un buon risultato perché funzioneranno come un singolo coronografo lungo 150 metri”.