Dopo la scoperta dei sette esopianeti “fratelli”Ā della Terra e in contemporanea ai “tuffi” della sonda Cassini fra gli anelli di Saturno, la Nasa si prepara a diramare un nuovo annuncio “stellare”: per il 13 aprile ĆØ infatti prevista una conferenza stampa che, stando ai pochi dettagli trapelati, dovrebbe svelare il frutto degli ultimi anni di studio sulla presenza dei cosiddetti “mondi oceanici”, ossia corpi celesti in grado di ospitare acqua allo stato liquido, quindi la vita. Nuovo appuntamento mondiale, dunque, con le rivelazioni dell’ente spaziale americano che, negli ultimi tempi, ha preso un certo gusto nel confezionare annunci a effetto,Ā dalla rivelazione al mondo del sistema Trappist-1 all’individuazione di interi oceani che, a quanto pare, si celerebbero sotto la superficie di alcuni satelliti dei piĆ¹ grandi pianeti del Sistema solare, Giove e Saturno.
Verso Europa
Sarebbe in particolare la luna Europa, gravitante nell’orbita di Giove, l’osservata speciale della Nasa. Ma anche il satellite saturnianoĀ EnceladoĀ era stato indicato come sede di un oceano sub-glaciale, indicato attraverso uno studio al quale avevano contribuito proprio le osservazioni di Cassini. E anche stavolta, partendo dai dati raccolti dalla sonda uniti a quelli forniti dal telescopio Hubble, la Nasa illustrerĆ i dettagli della nuova scoperta e, nel contempo, fornirĆ al pubblico le prime informazioni circa la futura missione “Europa Clipper”, la partenza della quale ĆØ prevista nel 2020, che porterĆ una sonda spazialeĀ nei pressi di Europa. L’obiettivo, in assonanza con il lavoro finora svolto da Cassini su Encelado, ĆØ raccogliere dati utili per capire se, effettivamente, sotto la sua superficie vi sia (o vi sia stata) traccia di acqua allo stato liquido, con i conseguenti presupposti per il fiorire di forme di vita. Proprio il suddetto supertelescopio, nei mesi scorsi, aveva riscontrato la presenza di geyser di vapore con capacitĆ di eruzione fino a 200 chilometri.
Fiato sospeso
Il comunicato della Nasa non va oltre e, almeno per il momento, non resta che attendere l’agognata conferenza. Certo ĆØ che, negli ultimi tempi, le frontiere dello spazio aperto si sono alquanto allargate, o ristrette, a seconda delle chiavi di lettura: da un lato, infatti, i campi di studio continuano a fornire sempre nuovi spunti e materiali sui quali lavorare; dall’altro ciĆ² che poteva apparire lontano e raggiungibile solo con l’immaginazione fino a poco tempo fa, si ĆØ improvvisamente fatto a tiro di telescopi, sonde ed esplorazioni sempre piĆ¹ accurate. E di rivelazioni sempre piĆ¹ sorprendenti.