Situato tra Bangladesh, India, Cina, Laos e Thaliandia, il Myanmar, ufficialmente conosciuto come Repubblica dell’Unione della Birmania, risulta essere uno dei cinque Paesi migliori al mondo per la manodopera a basso costo. A rivelarlo è uno studio della Verisk Maplecroft, una società che si occupa di ricerca strategica e analisi sui rischi globali. Sono 172 i Paesi che sono stati analizzati dallo studio e si è potuto evidenziare come il Myanmar sia “più attraente” per gli investitori rispetto alla Cina, che è scesa al 64esimo posto e alla Thailandia, che si trova al 93esimo posto.
Tuttavia gli investitori sono frenati da alcune problematiche legate alle leggi locali. Ad esempio nello Stato non è presente una legge che prevede un salario minimo da riconoscere ai lavoratori, e quindi le aziende sarebbero “vulnerabili ad accuse di pratiche di sfruttamento del lavoro”. Secondo una ricerca dell’Organizzazione internazionale del lavoro lo stipendio minimo in Birmania, Bangladesh e Cambogia è inferiore a 100 dollari al mese, rispetto ai 450 dollari in Cina.
“Mentre Myanmar, Bangladesh e Cambogia presentano un basso costo del lavoro, ognuno è classificato come ‘rischio estremo’ anche per la salute e la sicurezza, le condizioni di lavoro, il lavoro minorile e la tratta di esseri umani. – si legge nello studio – I paesi con bassi livelli di sviluppo socio-economico e protezioni ambientali inadeguate presentano una serie di rischi aggiuntivi e costi indiretti per le imprese”. Inoltre gli investitori sono frenati da numerosi fattori di rischio, come corruzione burocratica, difficoltà nei trasporti, manodopera non qualificata, bassa produttività e difficili condizioni di lavoro.
“Mentre il paese, dal 2011, ha mostrato un miglioramento nel lavoro e nella tutela dei diritti umani – ha dichiarato ai media John Thompson, uno degli esperti di Verisk Maplecroft – importanti interrogativi restano per quanto riguarda la capacità del governo di mantenere la volontà politica di migliorare. I prossimi tre anni saranno un periodo critico in termini di consolidamento delle riforme nascenti e offriranno un quadro più chiaro dei cambiamenti a lungo termine in corso nel paese”.