“Il ritrovamento di due neonati, una nel napoletano vicino a un cassonetto, per fortuna ancora viva, e uno in provincia di La Spezia, morto dopo essere stato abbandonato in uno scantinato, ripropone l‘urgenza di promuovere nel nostro Paese il parto in anonimato e l‘uso delle culle per la vita”: lo afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita (Mpv). “Il Movimento, che ha già scritto in tal senso al ministro per la Salute in occasione di altri recenti casi, si farà carico di una proposta di legge finalizzata all‘istituzione e valorizzazione delle culle per la vita nei pressi di tutti gli ospedali più importanti”, aggiunge il presidente di Mpv. “Nel dibattito in corso in Parlamento sul diritto a conoscere la propria identità biologica, occorre inoltre che il diritto del bambino sia sempre anteposto ad altre considerazioni, distinguendo il caso dell‘adottato o del nato da eterologa, in cui potrà prevalere il diritto alla conoscenza dell‘identità biologica, da quello del bambino a rischio di aborto o infanticidio – conclude Gigli – per il quale deve prevalere il diritto alla vita”.
In Italia sono frequenti i casi di abbandono di minore. Pochi giorni fa, il 6 aprile, un bambino di soli cinque giorni è stato ritrovato in un sacchetto di plastica in un campo a Cormano, comune a nord di Milano. Il 4 aprile invece un altro neonato era stato abbandonato a Giarre, nel Catanese: in questo caso però il piccolo era stato affidato alla ‘Culla per la vita’. La struttura – che garantisce un completo anonimato ai genitori che vogliono abbandonare il figlio – permette al contempo di salvaguardare la salute e la vita del minore. I drammi che spesso si verificano quando i bambini vengono lasciati nei luoghi più disparati – dai cassonetti agli scantinati – si potrebbero evitare semplicemente ponendoli dentro le Culle per la vita o affidandosi alle strutture ospedaliere che, come prevede la legge, consentono alle madri di non riconoscere i propri figli.