L’emergenza è durata decenni e sembrava che il problema fosse degenerativo, senza ritorno. Ma le urgenze, se affrontate in maniera intelligente, possono portare ottime notizie: lo strato di ozono si sta restringendo, e secondo gli scienziati dell’Organizzazione Metereologica Mondiale e del Programma dell’Onu per l’ambiente, che si sono riuniti a New York in questi giorni, la ricomposizione della membrana che protegge la terra dalle radiazioni ultraviolette del Sole potrebbe completarsi entro il 2050.
Lo “sforzo umano” che sta permettendo questo riassestamento è il Protocollo di Montreal siglato nel 1987, che ha stroncato l’uso di gas nocivi: “L’accordo – ha spiegato Achim Steiner del programma dell’Onu per l’Ambiente – sta anche evitando, ogni anno, circa due milioni di casi di cancro alla pelle. Una cifra che, entro la fine di questo secolo, potrebbe salire fino a cento milioni”.
Dati i successi ottenuti, secondo gli scienziati “si dovrebbe continuare ad incoraggiare ulteriori azioni non solo per la protezione dell’ozono, ma anche del clima. La tessa urgenza con cui fino ad ora ci si è rapportati al problema – hanno concluso – dovrebbe essere investita per affrontare l’enorme sfida del riscaldamento climatico”.