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Migliaia di bambini in terapia intensiva. Negli Usa è allarme epidemia

 [cml_media_alt id='3323']virus[/cml_media_alt]È un virus che venne scoperto negli anni ’60 e che fino a un mese fa aveva contagiato, in tutti gli Stati Uniti, meno di cento persone. Ma da metà agosto sembra esser “esploso” in maniera incontrollabile e migliaia di bambini, in una decina di stati del Midwest e del Sud, sono addirittura finiti nei reparti di terapia intensiva. Si chiama Enterovirus D68, è molto simile al raffreddore e in genere passa da sé con riposo e cure palliative, ma soprattutto per bambini che soffrono di asma o altri problemi respiratori, può diventare tanto forte da richiedere il ricovero; ora il virus si è fatto più cattivo e ha già mandato più di mille bambini “sani” nelle mani dei dottori. Mary Anne Jackson, direttrice del reparto malattie infettive del Children’s Mercy Hospital di Kansas City ha detto che non hai mai visto una situazione del genere in trent’anni di professione: “Questa è una crisi grande, senza precedenti”.

Adesso l’EnterovirusD68 coinvolge solo una fascia degli Stati Uniti, ma secondo il Cdc, il Centro Federale per il Controllo delle Malattie Infettive, il numero di casi finora registrato rappresenta solo “la punta dell’iceberg”. Potrebbe diventare un’epidemia. Per contrastare la malattia, al momento, non esistono vaccini. Nessuno riesce a spiegarsi perché si stia diffondendo tanto rapidamente: “Questo virus è per ora solo in dieci stati – afferma l’ex direttore del Cdc Richard Bresser – ma i virus non conoscono i confini, tutti devono essere pronti, arriverà anche da loro”.

Le prime intuizioni che sorgono rispetto a questa espansione così imprevedibile sono quelle dei gruppi anti-immigrazione, secondo cui l’esplosione sarebbe dovuta all’alto flusso di clandestini giovanissimi provenienti dal Sudamerica. Secondo altre fonti, invece, questo sospetto è infondato: gli unici casi internazionali di Enterovirus D68 paiono essersi registrati solo in Filippine, Giappone ed Olanda. Ma al momento tutte le ipotesi restano aperte.

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