Pensate a bus e metropolitane di Roma, perennemente in ritardo, antiquati, degradati, mal funzionanti. E ora fate un paragone con Londra, Parigi, Madrid. C’è da vergognarsi. E sbaglierebbe chi limiti il problema alla sola Capitale, perché quello del trasporto pubblico è un tema aperto in tutto il Paese, in spaventoso ritardo rispetto ai suoi partner europei. Un gap colmabile purché si investa nel settore. Quanto? Almeno 40 miliardi di euro secondo la ricerca sulla mobilità realizzata da AlixPartners per #Forumautomotive. In particolare, sarebbero necessari 20 miliardi di investimenti per lo sviluppo di infrastrutture, 9,5 miliardi per l’adeguamento del parco mezzi e 10 per la sostenibilità ambientale, da realizzarsi attraverso l’acquisto di veicoli elettrici, reti di ricarica, sviluppo del car sharing e del car pooling, oltre che di nuove tecnologie per la Smart mobility.
Già oggi il 64% del totale dei chilometri percorsi avviene in ambito urbano, una percentuale destinata a crescere ancor più clamorosamente nei prossimi 20 anni. Nonostante il progresso tecnologico, negli ultimi anni la velocità di trasferimento dei pendolari è diminuita e le ore perse nel traffico sono quasi raddoppiate: oggi sono 62 in un anno, ma di questo passo toccheranno quota 68 nel 2020 e 106 nel 2050. Dalla ricerca è emerso inoltre che la disoccupazione giovanile e la concorrenza di altre modalità’ di trasporto per le medie/lunghe distanze, abbiano causato il calo delle vendite di auto degli ultimi anni. Tra i motivi del calo delle vendite delle auto, anche il boom dell’auto condivisa, con il servizio presente ormai in undici città italiane con 220mila utenti e 3mila auto complessive.
Milano si conferma regina del car sharing, con quasi l’80% del mercato. “Dobbiamo ripensare le infrastrutture delle nostre città, facendole evolvere verso un tipo di mobilita’ diversa – ha commentato Pier Francesco Caliari, il direttore generale di Ancma, l’associazione di Confindustria che riunisce i produttori delle due ruote -. Il problema della mobilita’ si allarga a tanti settori, in primis a quello della sicurezza, per i quali dobbiamo giocare una partita tutti insieme”. Giorgio Boiani, vice presidente di Asconauto, in rappresentanza dei concessionari, ha invece puntato il dito “contro l’immobilismo della politica, che continua a non aiutare la ripresa del settore: oggi circolano almeno dieci milioni di auto che hanno piu’ di dieci anni e questo ha degli effetti deleteri sia in termini di sicurezza che ambientali. Il governo dovrebbe rendersene conto e fare qualcosa per incentivare l’acquisto di nuove auto”.