“Dopo i recenti attacchi di Boko Haram l’aumento della violenza nel Niger sudorientale crea preoccupazione per la situazione umanitaria della popolazione”. È quanto si legge in un comunicato diffuso nelle scorse ore da Medici senza frontiere (Msf), l’organizzazione umanitaria costretta a ritirare temporaneamente le proprie équipe dall’area di Diffa – comune a sud del Niger, al confine con la Nigeria – e a trasferirle in altre zone del Paese.
“Le persone hanno iniziato a fuggire da Diffa e non è ancora chiaro dove si siano stabilite. Centinaia di veicoli hanno lasciato la città dopo gli ultimi attacchi”, spiega Mohamed Morchid, capo progetto di Msf in Niger. “Ora temiamo che la preoccupante situazione umanitaria potrebbe spostarsi in altre aree del Paese, mentre i rifugiati nigeriani rimasti nell’area di Diffa, perché non avevano altri posti dove andare, sono del tutto privi di risorse”.
Si stima che circa 150.000 persone, soprattutto donne, bambini e anziani da diverse città, abbiano dovuto lasciare la Nigeria a causa dell’organizzazione terroristica jihadista Boko Haram, il cui nome significa letteralmente “L’istruzione occidentale è proibita”. In Niger, Msf ha iniziato ad assistere i rifugiati in fuga dalla violenza nel dicembre 2014. “È nostra intenzione tornare il prima possibile per capire dove si siano rifugiate le persone, in quali condizioni si trovino e come possiamo fornire un’assistenza adeguata”, conclude Morchid.