Sostenere la conciliazione tra lavoro e famiglia, dunque, resa ancor più necessaria dal momento di crisi che stiamo attraversando e che ha acuito ulteriormente le criticità che si frappongono tra le donne e il mondo del lavoro, significa garantire davvero le pari opportunità, che non sono poi una questione solo “femminile” ma un beneficio per tutti, lavoratori e aziende. Sono quasi 2 milioni e mezzo tra l’altro i nuclei familiari – come evidenzia l’Istat nel suo nuovo Rapporto annuale – che si sostengono solo grazie al lavoro delle donne, il 12,9% del totale, un fenomeno appunto che le politiche di conciliazione non possono più trascurare.
Come donne della Cisl, il nostro compito è quello di favorire e tutelare l’occupazione femminile principalmente attraverso la contrattazione di secondo livello che rappresenta una frontiera innovativa e congeniale perché attraverso di essa è possibile trasformare in proposte concrete quella cultura dei servizi che è parte integrante del sostegno alle donne. Dal Rapporto Cisl e Ocsel sulla contrattazione di secondo livello, pubblicato in questi giorni, emergono tendenze molto interessanti proprio in materia di innovazione organizzativa e di welfare che si sviluppa nella sua dimensione aziendale salendo dal 53% del 2013 al 69% del 2014.
Di conciliazione vita-lavoro si è discusso anche nel recente incontro del Coordinamento Nazionale Donne nell’ambito dei gruppi di lavoro avviati sul tema che stanno raccogliendo e analizzando diverse proposte di soluzione da parte delle singole strutture territoriali. E’ necessario quindi sostenere e adottare nuovi modelli organizzativi e gestionali dove la centralità del tempo e la sua flessibilità diventano condizioni fondamentali per la partecipazione e la crescita professionale delle donne. Il “tetto di cristallo”, afferma sempre l’Istat, impedisce ancora oggi alle donne l’accesso alle posizioni di vertice nelle aziende; il 2014 non ha portato nessun cambio di passo nella parità di genere nelle carriere manageriali.
Vita e lavoro non vanno visti e non sono mondi tra loro in contrapposizione ma complementari ed è questo il concetto che ha avviato e tuttora sorregge quel processo di cambiamento non solo nei sistemi di contrattazione di primo e secondo livello ma anche culturale che deve accompagnare la nostra azione per migliorare il mercato del lavoro e l’intera società. Anche per questo la Cisl ha aderito nuovamente quest’anno alla ”Festa dei bimbi in ufficio con mamma e papà.
Un’iniziativa simbolica che vuole rappresentare il lavoro, per l’appunto, non in contrasto con la vita familiare e la genitorialità, ma come valore sociale che attraverso politiche di flessibilità vuole favorire il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, migliorandone la qualità di vita. Per la Cisl accogliere i “bimbi in ufficio” rappresenta un momento di condivisione del luogo di lavoro con i propri figli per far vedere e far capire loro che i genitori quando stanno fuori casa fanno cose importanti per loro, la famiglia e la società.
Andiamo, dunque, avanti su questa strada nella consapevolezza che la conciliazione e la condivisione delle responsabilità genitoriali restano alla base del principio di parità e pari opportunità sul lavoro, un traguardo decisivo per la qualità del lavoro, della vita di lavoratori e lavoratrici, del benessere delle imprese e in generale del sistema Paese.